crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

venerdì 29 luglio 2011

Sarà così (dedicata ai miei figli)

Sarà
come le parole che rimarranno appese all’imbrunire
quando anche le labbra non avranno più lacrime da spendere
che il sorriso nei vostri occhi scaccerà come vento il fumo dei ceri.

Sarà
come le notti che le fiabe presero vita nei vostri sogni bambini
quando i miei racconti carezzandovi ingannavano il buio fantasticando
mentre rimboccavo gli orli della mia fantasia addormentata sui vostri cuori.

Sarà così
non avendo altro che un mucchietto di parole mute nel cassetto,
cercherete una favola, un racconto da leggere per allietare il mio volo
e stupirete se tra il lucore delle perle sul mio cuscino si poserà un sorriso.

Sì, sarà così. 

mercoledì 27 luglio 2011

ZBG 207- 44 Un alieno a Milano

Un ammasso di detriti ricordo di una Milano piagata
ricoperti di terra e innaffiati da brume ottobrine,
ciuffi spaesati di verde malato penosamente spuntati.
Era nei sogni bambini una montagna da scalare,
una vedetta da dove scrutare e immaginare voli
fantasie perse nel tempo di una convulsa crescita.

Come piccolo alieno scordato da un raggio di luna
giocavo tra i resti dell’idiozia umana col sorriso spento.
Estraneo a questo mondo che tutto sa e nulla capisce
dell’anelito di vita che la pietra ferita ancora esalava,
inseguivo ammaliato code di lucertole asmatiche
tra i veleni di un gioco assassino per vecchi alienati.

venerdì 22 luglio 2011

al-nasr-al-ta'ir (Altair)

Ti cercherò anche stanotte, Aquila volante.
Lassù all’apice del triangolo di questa estate strana,
contraddetta dalle tue allettanti, vacue promesse.
Stanco di mutazioni improvvise ed umori melanconici
col tuo lucore scaccerò le ombre di notti strascicate
passate alla ricerca di una nuova, plausibile dimensione.

Hanno imbrattato la mia anima le scorie dei ricordi
malamente sepolti nella cenere di anni di oblio coatto
inconsistente cipria facilmente spazzata dallo scirocco.
Ti cercherò piccola stella dalla grande luce, ti troverò.
Tutto sarà più chiaro allora, tutto sembrerà più semplice
porto con me solo poche parole, parto stanotte, ora.

…ma tu, non spegnere la luce…

giovedì 21 luglio 2011

Alla finestra (lo spettacolo è gratis)

Affacciato alla finestra della incipiente vecchiaia
osservo lo sciamare delle ipocrisie verso falsi approdi.
Interminabile moltitudine di anime abbagliate
da mille luci di uno spettacolare postribolo rutilante.
Erotici sogni di corpi sfatti e rifatti immersi nel silicone,
desideri repressi di baciapile come beghine intransigenti
seguono il canto di sirene e pifferai magici.

Alieno da moralismi, indifferente alle apparenze,
godo della posizione privilegiata concessami dal tempo.
Giovane appare l’anima che laggiù si muove con imbarazzo
un barlume di ragione attraversa il muro dell’ignavia, esita.
Irrefrenabile il grido salvifico che sgorga dal mio cuore
mentre l’avviso rimbomba come incipiente temporale,
lo sciame interdetto si volge al richiamo del passato.

Ammiro soddisfatto statue di sale sgretolarsi sul selciato.

A che gioco giochiamo?

E’ un gioco perverso, questo.
Ci siamo rifugiati come ogni notte, quando la neve tarpa le ali,
sulla gobba del nostro arcobaleno nascosto da nubi dispettose.
Da lassù la nostra valle si rispecchia nel cristallo dei tuoi occhi
e lo sguardo spazia tra asfodeli d’oro e nuvole d’iridee falene.

Come ogni notte giochiamo.
Contiamo laggiù i nevrastenici punti neri che si agitano imbelli,
ma la nostra conta diviene viepiù ardua col passar del tempo,
all’esercito dei piccoli voraci insetti si aggiungono astutamente
pasciuti generali che amministrano il saccheggio programmato.

La nausea spariglia le carte.
L’altezza si sa procura un senso di dolce vertigine, regala alibi.
Mi chiedo quanto durerà questo rifugiarsi nel delirio, nel sogno,
stanotte ti terrò per mano, ancorato al cuscino il nostro respiro
non salirà lassù a cavalcare l’ingannevole arcobaleno colorato.

E sarà nuovo l’antico gioco dell’amore.
  

domenica 17 luglio 2011

Laggiù

Laggiù, laggiù dove lo sguardo si perde
il mare si confonde con l’erba della valle
e il cielo sprofonda dietro l’ultimo scoglio
mentre il verde si fa ruggine al tramonto.

Nella gran confusione mentale il vecchio
non riconosce stagioni, mistifica gli anni,
confonde la realtà col sogno di un amore
soffice coperta con cui scaldare il cuore.

L’ingiuria degli anni ormai l’accompagna
e cammina accanto al suo passo incerto,
ma sorride il vecchio al bimbo che lesto
gli ruba la mano reclamando il suo tempo.

Laggiù, laggiù dove lo sguardo si perde
il mare attende inquieto la tua vela antica
carica delle foglie arrugginite dall’autunno
bianca di neve e sale sul cassero stanco.

Avvampa il cielo mentre il blu va a morire
il bimbo ha perso la tua mano e ora corre
a piedi nudi sul verde prato del tuo sogno
tra realtà e fantasia si perde nella poesia.

Laggiù, dove i vecchi torneranno bambini.

venerdì 15 luglio 2011

Rossa luna di vergogna

Ho atteso che il dolore sedimentasse
e la vendetta avesse il sapore acido
delle more acerbe colte tra i rovi.
Ho ricercato e imparato a memoria
le parole e le frasi più velenose
che un’amante deluso possa profferire.
Ho provato il brivido dei preparativi
e come un killer professionista
ho pazientato il tuo arrivo nella notte.

[a te ho dedicato notti insonni
alla ricerca di versi acconci
a descrivere la tua bellezza,
la tua nivea e regale presenza,
ma altrove hai girato il tuo sguardo,
ad altri hai regalato il tuo sorriso]

Ora sei lassù, cerea espressione
del tradimento più atroce, falso pierrot
di lacrime dipinte con rimmel disfatto,
ingannevole soubrette che promette
un eterno amore che presto disattende.
Ammantata della tua arrogante bellezza,
distratta osservi e interroghi il mio cuore.
A te urlo stanotte questa mia dedica,
grido il mio rancore, la mia disillusione.

E tu arrossisci, finalmente!

mercoledì 13 luglio 2011

Appunti

Il cielo rabbuia.

La laguna sembra pasta di pane azzimo lasciata a lievitare
mentre milioni di bollicine scoppiettanti emergono in superficie
e concludono l’apnea intonando un sommesso, musicale crepitio.
Un gabbiano dalle ali affannate interpreta parabole etiliche,
rincorre un grido sgraziato quasi fosse chimera di prossimo amore
perso nella brezza che gonfia il petto mostrando muscoli poderosi.
Pretendono parole e rime le mani sudate che inciampano sui tasti
ma lo sguardo perso nel piombo del cielo che viepiù s’oscura
tradisce gli affanni delle notti insonni aliene del giusto compenso.

…eppure tutto era chiaro, terso nella mente…

Lei era lassù, piccola poesia scolpita nel blu di un cielo volubile,
dalla memoria fallace, che presto disattende i sogni e le illusioni
e invidioso malignamente ne cancella il ricordo e le emozioni.

…ma il gabbiano insegue la sua chimera e piove…

martedì 12 luglio 2011

Tre nuvole oltre l'arcobaleno

[…è tempo che la neve si stemperi nel colore…]

Tre nuvole più su, oltre l’arcobaleno morì il mio volo.
L’incanto mi avvolse in una soffice cappa di blu
Milioni di lucciole dorate sciamavano inseguendosi.
ceselli preziosi svelarono uno strappo nella volta,
dietro un piccolo cirro una sorta di dolorosa ferita
profferì un sospiro di luce e attirò la mia attenzione.

[…è tempo che la neve si stemperi nel colore…]

Fu lesto il mio ardire e il nulla luminoso m’ingoiò.
Galleggiavo scevro dai dolori, assente nei pensieri
neppure il volteggiare sinuoso della tua immagine,
che irridente fuggiva la luce sposando il blu stellato,
scoprì l’inganno del sogno, divorai la mia assenza
sospeso in un limbo inconsapevole di un vero addio.

[…è tempo che la neve stemperi il dolore…]


lunedì 11 luglio 2011

L'ultimo volo della rondine

[lì su quel davanzale]

Un’ ala falcata pendeva innaturale
insultando la ruvida pietra,
nel fragore di un mattino insolente
raccontava di un volo spezzato.

[marionetta disarticolata]

Insegnava eleganza ai gabbiani,
fece sfoggio di superba arroganza,
ma innamorata della sua maestria
azzardò geometrie impossibili.
 
[attrice di un volo sbagliato]

Lassù violentando l’azzurro,
recitava a soggetto traiettorie ardite,
incontrò il sole e frantumò le nuvole
in una incontrollabile picchiata.

[l’uscita di scena]

Mentre il sole spegneva le luci
sul palcoscenico di un cielo assonnato
la rondine interpretò nel tragico finale
la parabola della superbia.
……

I gabbiani ripresero le liti disputandosi
l’ultimo spicchio di azzurro morente.

sabato 9 luglio 2011

Poesia senza respiro

ti ho cercato
di te ho trovato solamente il respiro
abbandonato inconsciamente sul cuscino

ti ho seguito
al ritmo del battito accelerato
del tuo cuore eternamente fuori tempo

ti ho trovato
tra la penombra e la lama di luce giallastra
che stanotte giocava ombre cinesi sul muro

poi ti ho visto
tenacemente rincorrevi lettere come formiche
che si allineavano guerriere al comando
dei tuoi battiti convulsi.

ti ho sorriso
e compiacente ho assecondato
il tuo gesto perentorio mentre radunavi parole
per farle scomparire in un amen distruttivo

ti ho accompagnato
tenendoti per mano ho guidato la tua ombra
ad abbracciare il respiro rimasto orfano sul cuscino

[ora posso respirare, fino alla prossima poesia]

mercoledì 6 luglio 2011

Quelle sere

Non so se hai presente quelle sere guardando il mare
in cui la tristezza sale piano al cuore e la fa da padrona,
una di quelle sere di straziante bellezza dove le luci
delle stelle nel cielo sembrano lacrime appese nel buio.

[e tu sei lì, accucciato nell’angusto spazio dell’anima
che la tua melanconia ha ricavato tra i suoi anfratti
e ascolti distrattamente i lamenti che la calle rimanda]

L’urlo strozzato del solitario gabbiano in amore
che da troppe sere insegue una compagna qualsiasi,
il lamento metallico dei pescherecci ormai vetusti,
che come crocchiare di scheletriche ossa, tutto avvolge.

[e tu piangi, non sai perché, ma piangi]

Lacrime asciutte, come rasoi affilatissimi, ora sezionano
le emozioni soffocate che affiorano dall’apnea dei ricordi.
Lentamente, un falso sorriso tra i denti, chiudi gli occhi
mentre con l’ultimo sospiro una lacrima infine scende.

Non so se hai presente, ma quelle sere io piango.

martedì 5 luglio 2011

Una canzone per noi

In questa notte mentre una falce di luna fa messe di giovani stelle
giunge il respiro dei pescherecci come canto d’amore per il mare.
I gabbiani ammutoliti ascoltano sbuffi e cigolii farsi crome e diesis
che il sibilare del vento intona tra i casseri ormai disfatti dal sale.

Chissà perché l’eco di ogni rumore, di ogni alito che la calle rimanda
stanotte non è noia ma dolce e malinconica musica che mi prende.
Vorrei trasformare questa pagina di notturni e spericolati pensieri
in un magico pentagramma ove mutare con perizia le parole in note.

Una canzone, sì, una canzone finalmente! Un lieve frullo d’ali sapienti
che ci catturino nel profondo e trasportino in una danza interminabile,
dimentichi del mondo, stupiti della profonda intesa che gli anni donano
leggeri come foglie ruggine che planano all’imbrunire della stagione.

A chi stupito chiederà come la neve non abbia ancora soffocato il sole,
un sorriso racconterà per noi la storia che non conosce la parola fine.
Capitoli sparsi in libertà nelle pieghe della memoria, raccolti in un libro,
canteranno della nostra vita e stanotte scriverò poesia come canzone.

[quando l’amore ha colori
come ali di farfalla, non chiederti
quanto esso durerà, basterà
il battito di un ciglio e gli occhi
stupiranno tra la porporina
che piano si poserà sulla neve]

Mille di me

[un alito, un soffio ,
un lieve vibrare d’aria,
un niente]

libellula

[impalpabile e diafana
occhi alieni a scrutare
il mondo, noi]

ti posi

[incredibile, in bilico,
provetta acrobata sui fili
danza sull’acqua]

mi guardi
…….

abili e ardite evoluzioni catturano il mio cuore
mi affascini, mi specchio nei tuoi occhi, sogno
immerso nelle sfaccettature del tuo cristallino,  
e tu, in un crudele gioco di specchi deformanti
moltiplichi ingorda la mia immagine, poi scegli

quale di me?