crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

domenica 26 agosto 2012

Asincronia


[rivedere la vita a fumetti. inquadrature.
uno storyboard animato. sceneggiatura.]

on

all’inizio il respiro è riconoscibile al battito
le parole disegnano le arcate delle labbra.
tutto si muove armonicamente. stesso ritmo.
voce/azione/reazione. sincronia assoluta.
frame by frame, inquadrature velocissime.
stacchi, dissolvenze, primi piani. ritmo.
la camera t’insegue, la regia sollecita. apnea.
non c’è tempo. “buona la prima”. sempre.

…async!

improvvisi puntini di sospensione. flashback.
nei che sfalsano il ritmo respiro/pensiero.
parole che inseguono le labbra. eco lontana.
alieno “stop and go” di coscienza/incoscienza.
la dolly-camera riprende dall’alto in un lungo
piano sequenza il bianco e nero del dolore.
tre inquadrature soffocanti. grida e voci afone.
parole appese ai puntini come corvi in attesa.

off

il led è rosso, sarà solo stand-by? riaccendo.

venerdì 24 agosto 2012

Chez moi...a Montecarlo (1987)


La speranza è una falena puttana.
Adesca al falò degli inganni acceso
all’angolo del tramonto della vita.

Andirivieni di senilità in gonnella,
tra falene complici di slot machine
bruciano sui falò cartocci di monete.

Gelida stazione i binari del ritorno.
All’alba il falò degli inganni langue,
spegne come un vecchio copertone.

Mercenaria, illusoria falena!

Da quassù il mare è una speranza.
Disattesa, seppure prevista. Manchi.
Il tavolo è il vuoto che mi circonda.

Il riflesso dell’oro nell’unico cristallo
di bollicine sulla terrazza del Loews
intristisce al tramonto incipiente.

Tutto è perfetto, inappuntabile il blu.
Non ho monete da spendere alle slot
e il falò arde inutilmente all’angolo.

Ho atteso. Chez moi..a Montecarlo.



giovedì 16 agosto 2012

Au revoir


Disteso sull’erba dolcemente in declivio,
lo sguardo perso nell’azzurro, ti confidi.
Accanto a te una splendida donna ti ascolta
attentamente sorridendo complice. Un’amica.
Che vorresti madre, amante e un po’ puttana.
Con lei danzeresti l’ultimo tango sul Pont Neuf
mentre il bateau mouche passa sotto le arcate
e i flash dei giapponesi in gita t’immortalano.
Fai l’amore con lei perso in un sogno impossibile
tra le tovaglie piegate nel retro di una brasserie,
e lasci il pastis morire d’inedia sul tavolino…
Sogni e parli, parli e sogni. Lei sorride e ti ascolta…

Au revoir, Paris.


mercoledì 15 agosto 2012

The dark side of my soul


in the dark side of my soul
nobody’s waiting for me
only a jocker is laughing
isn’t madness, it’s my way

conosco il lato oscuro
della mia anima.
la tela strappata della follia.

(non chiedermi oltre
è rinchiusa da tempo)

non insistere. ti prego.
la risata ghiaccia è brina
polvere che sbianca il cuore.

(orgasmi? insetti
incastrati nella tela)

nessuno mi attende. al buio.
ho ingoiato le chiavi
e jocker insegue la sua eco.

(è l’uscita sul retro
di un vicolo cieco)

qui c’è luce. c’è sempre
uno spicchio d’anima in attesa.
che la brina si sciolga. di te.

the dark side of my soul
is full of broken memories
ever empty of missed loves
seems a lightless moonlight

lunedì 13 agosto 2012

"Ottembre"


la notte. nera rena mi trattiene.
invisibili ragni tra i granelli. tele.
sospeso in un limbo, costretto
tra scaglie di luna argentata.

fluttuo.

potrei contare i passi del vento
mentre cancella le orme del passato.
ma scaltri piedi alati nascondono
tracce inevitabili di calzari pesanti.

immagino.

porterò l’anima all’approdo
con l’avvento della nuova stagione.
forse domani, tra un mese. poi.
probabilmente in autunno.

sorrido.

Ottobre…Novembre…resto sospeso
nel limbo delle mie incertezze
tra falde argentate l‘eco dei passi
confonde i battiti del cuore.

aritmico.

…e se fosse “Ottembre”?

[ho avvolto in argentee scaglie lunari
tutte le mie indecisioni e i treni persi
quell’ unico bouquet di fiori di sposa
che ti ha atteso al binario della vita]



mercoledì 1 agosto 2012

Terracotta e fil di ferro


[…l’immagine piano sbiadiva
-è sogno l’incontro inatteso?-
il sacco di vita che ho appeso
al rullar di tamburi s’apriva]

tamburino di terracotta
dal sorriso di smalto cariato
scandivi la guerra al tempo.

tre volte il rullo
prima dell’assalto

l’annuncio s’è fatto più flebile
-ingoiato tra macerie di anni-
la sordina affoga i tamburi.

mi sproni, ora
lo sento sei qui

granatiere di cuore indomito
che richiami all’assalto finale
è battaglia senza prigionieri.

impudente, io
diserto la lotta

soldatino di coccio pittato
monco e lacero -riveli- l’anima
appesa a un filo di ferro.

raccatto ruggine
tra cocci colorati