crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

giovedì 28 febbraio 2013

L'irresistibile fascino delle macerie


Non voglio essere stanco profeta
-dietro una vetrina ora in frantumi-
tra i cocci ho raccolto pietre e sputi
inviti a tornar errante sulle rime.

Non ascolterò il richiamo che giunge
-pare irresistibile canto di sirene-
"muoia Sansone con tutti i Filistei"
quasi la patria fosse cinta come Gerico.

Non risponderò al fascino incantatore
-il nuovo verbo è assiso tra le nuvole-
tornerò a scrivere sogni dietro i vetri
chiuderò i battenti dell'anima inquieta.

[un corteo di fantasmi ora danza la giava
-le rovine han sotterrato anche le sirene-
l'irresistibile fascino delle macerie ha vinto
il vento del deserto sarà voce del silenzio]

Incubo nel sogno di un equinozio precoce.

mercoledì 27 febbraio 2013

Scusami vita, puoi ripetere?


Non era poi così difficile
prepararsi per l'esame
hai avuto il tempo
per studiare
la vita
no?

Sì lo so non ho studiato molto
sono stati anni un po' complicati
certo, se mi applicavo di più...

L'ultimo compito a casa?
Ho dimenticato il quaderno
sul ripiano, sotto il banco...

Mi ero preparato credimi,
il banco è legno annoso,
pieno di tarli, l'ha mangiato.

Non regge,eh? Hai ragione.
Forse mi sono distratto
inseguendo la coda
dell'aquilone
sfuggito
ieri.

Prendo appunti, puoi ripetere?

domenica 24 febbraio 2013

Era solo un'ipotesi remota


...era solo un'ipotesi remota
il ritorno del nemico sconfitto
ma il sospetto è tarlo vorace 
insaziabile ora buca il costato

Non v'era cuore nell'algida voce
che ha letto parole di sconforto.
Il sorriso s'è sciolto come un sole
di cera innamorato del tramonto.

Hai sperato che l’azzurro intravisto
tra le ciglia impiombate degli anni
fosse prodromo di un finale sereno
ammantando la speranza di realtà.

Sul red carpet di una vita demodé
abbigliando le attese con la poesia
-abiti pret a porter di caro prezzo-
ora inciampi su un'ipotesi irrisolta.

L'anima appesa a una pagina scritta
attendi come il mare attende la riva.
Luna ti ammalia -labbra di ceralacca-
se cancelli l'ipotesi domani sarà sole.

martedì 19 febbraio 2013

...e poi, in quel tempo sospeso


quel tempo sospeso all'occaso
che non ha misura né confini

…e poi mi dirai delle stagioni

Che non riconosci più -sono passate-
vestite d’inverni scamosciati e di zimarre
han deflorato l’anima -tacchi a spillo-
come un andirivieni peripatetico sul viale.

…e poi mi dirai degli amori

Che non insegui più -vuoto costato-
come appunti a margine del tuo diario
reliquie di fiori secchi -aridi semi-
sicari di raccolti del tempo arato invano.

…e poi mi dirai del marmo

Che non riscaldi più -impavidi lombi-
precario incatenato al racconto della vita
in attesa di incorniciare -icona bugiarda-
l’apologetica fine di una storia mai scritta.

Quel tempo sospeso -incoerente ipocrita-
ha misurato con destrezza i miei confini
ma è stato solo il battito -ciglia offuscate-
d’ali come alianti sulla porpora del mare.

Poi ti dirò del sorriso dei gabbiani.

domenica 17 febbraio 2013

(come dentro un'illusione)


Quando smetterò d’incontrarti
agli angoli dei miei sogni disfatti
quando sorprenderò l’amore
ignorando gli spigoli delle nuvole
saprò come inseguire il sorriso
del bambino nascosto tra le coltri.

Vivrò ancora cent’anni nel bozzolo
della grande chimera comprata
a poco prezzo all'angolo della vita?
Orbo alle stelle sprimaccerò il cuscino
cercherò la tua mano come sempre
e l’illusione diventerà il mio sogno.





venerdì 15 febbraio 2013

Non avere paura, è solo amore


Erano anni passati a rincorrere le notti.

Io, stanco guardiano di ladri immaginari
tra le coltri a spiare una luna a fettine,
sentivo il tuo respiro scandire il mio
mentre le stelle cantavano l’assonanza
in una fantasmagoria di note luminose
accese sul pentagramma della notte.

Nascosti tra le pieghe dell’anima i biglietti
per quel viaggio rimandato da sempre,
ho rubato le lancette all’orologio del tempo
ora attende il nostro arrivo inutilmente.
Ogni giorno confondo le ore con maestria
mistificando gli affanni, inciampi della vita.

Partiremo quando Crono scoprirà l’inganno.


mercoledì 13 febbraio 2013

Prestami i tuoi occhi


infilato nel tubo d’acciaio cromato
mentre i led s’inseguono impazziti
il carosello iridato lusinga gli occhi
e m’offre spezzoni di un vecchio film  

Prestami i tuoi occhi bambini
il battito delle ciglia non sveglierà
l’uomo nero che dorme nei miei.

Vorrei vedere il mondo a colori.
Odio la commedia in bianco e nero,
maschere anemiche sul marciapiede
annegate tra coriandoli di pensieri
irrise, calpestate, sferzate dal vento.
Non ho più fiato per rincorrerle.

Prestami i tuoi occhi bambini
ho paura di aprire i miei e trovare
l’uomo nero steso daccanto.

infilato nel tubo d’acciaio cromato
guardo i led morire con un sospiro
forse il carosello ha bruciato il film
ma alla fine manca ancora un giro

venerdì 8 febbraio 2013

Onirico tango


sull’erba dolcemente in declivio
occhi persi nell’azzurro ti confidi
accanto a una splendida donna
che ascolta sorridendo complice

Un’amica…?

Che tu vorresti madre,
amante e un po’ puttana.
Con lei danzeresti il tango
sul Pont Neuf a Parigi,
mentre il bateau mouche
passa lento sotto le arcate
e flash di giapponesi in gita
immortalano i tuoi casque.
Con lei fai l’amore, perso
in un sogno impossibile
nel retro di una brasserie.
Intanto il pastis muore
d’inedia sul tavolino.

Sogni e parli, parli e sogni.
Lei sorride e ti ascolta.

Voulez vous danser, madame?


mercoledì 6 febbraio 2013

Sottese ciglia


Lampi d’azzurro acquamarina
verdi cangianti paillettes
attraversano il tuo sguardo,
mutevole arcobaleno d’umori.

Quando mi guardi così…

-invito esplicito all'amore
o temporale incipiente?-

…resto appeso a quelle luci
foriere di sibillini intenti
sotto quel ciglio inarcato
dipinto sulle ciglia sottese.



martedì 5 febbraio 2013

Il sapore della nebbia


la nebbia sui Navigli ha il sapore
del fumo dei troppi camini accesi
di ferro di tram morti sulle rotaie
-poveri sogni a riposo negli ospizi-

Cadono i veli, come Salomè discinta
la laguna mostra seni candidi, lattei
e anche sinuose, ventre piatto, teso.
Il vento aggrotta il respiro del mare,
il gabbiano sfugge bricole ghiacciate
e le alghe, capelli sciolti tra le onde,
avviluppano quasi tentacoli brinati
le emozioni affogate di apnee coatte.
Nuda al settimo velo emerge la verità.     

statua di sale sulla riva mi specchio
l’acqua rimanda l’immagine stinta
il respiro lattiginoso riempie la gola
ma qui la nebbia ha un altro sapore

…dopo l’ultimo velo sarà cielo sereno.