crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

giovedì 28 maggio 2015

Di Orione, numeri binari e bit

E tornerò a contare le stelle con l’abaco nella vena
anche se i buchi nel soffitto celassero ai miei occhi
puntini colorati, led elettronici, bit e numeri binari
Orione da inseguire e afferrare prima che svanisca
la mappa di cristallo liquido è insensibile al dolore
che stupirà la messinscena della mia piccola morte.

Che vuoi che sia -mia adorata compagna- il nulla?
Cecità di bit e molecole che m’accoglierà nel vuoto
nell'unica dimensione in cui nulla vale la tua soma.
Il peso dei tuoi anni riaffioreranno quando sarai là
a un passo dalla falsa costellazione da te agognata
e il clic della gigantesca mistificazione s’accenderà.

Poi Orione, numeri binari e bit. Onirica anestesia?


mercoledì 27 maggio 2015

La nostalgia è una bambola cieca

Quella bambola di pezza fradicia
-disarticolata pendeva dal becco-
e lo sguardo obliquo del pennuto
mentiva le orbite orfane di occhi.

Vai mia nostalgia -bambola cieca-
sabbia straniera ora agogna le ali
di quel gabbiano ladro smanioso
che t’ha rapita credendoti amore.

La luna regala straccetti di ricordi
sulla rena come miche di Pollicino
t’inseguirò -cucendoli dolcemente-
bambola di pezza avrai i miei occhi.



lunedì 25 maggio 2015

Alberto e la mia corazza

Se davvero sono un guerriero come tu dici
scenderò in campo, ma tu dammi l’indirizzo
dove poter comprare una nuova corazza,
quella rimastami dalle precedenti battaglie
l’ho sepolta con le mie armi -illuso vincitore-
di una guerra combattuta e in fondo mai vinta.

a te
a cui ho dato il nome di mio padre

a te
a cui oggi parlo e dedico questi versi

a te
il tempo chiederà di scrivere una storia

Come se fosse stata un’intervista a tuo padre
ansimante dopo l’ennesimo giro di pista
un incontro seduti sull’erba a bordo campo,
come dopo l’ultima partita di un campionato
giocato con l’handicap del tempo sospeso
da battitore libero in difesa dell’ultimo minuto.

A te -figlio mio- racconterò della nuova corazza.

giovedì 21 maggio 2015

Nulla da chiedere (soliloquio allo specchio)

(ho la barba lunga, dovrei tagliarla…)

Click. (strano, la luce funziona)

“buongiorno, Franco!”

"Che vuoi, ruffiano reperto di silice squagliata?
Hai il solito falso sorriso da paraculo incallito.
Mi trovi strano? Diverso? Va bene, te lo dico:
mi sono innamorato, innamorato di una poesia.”

“scrivila…!”  

“Fatto!”

“e allora che vuoi di più?”

“Nulla.” 

“nulla?”

“Nulla da chiedere, se non il coraggio di chiedere.”

“hai la barba lunga, tagliala!”

“No!”

Click. (lo sapevo, non funziona)



venerdì 15 maggio 2015

vanessa: Senza un perché

vanessa: Senza un perché: Non fosse per la matita smozzicata che ormai ha la mina impertinente e le lettere paiono aironi azzoppati che fanno nido sui bordi ...

sabato 9 maggio 2015

Cuore di porcospino e ali salate

Quando mi hai trovato
ero un ispido porcospino
dagli aculei bianco/marroni.
Erano soldati di uno Shangai
conficcati testa all’insù
su un corpo di gomma pane.

Policromi -adescanti insulti-
zagaglie puntute rivolte al cielo
erano il fortino inespugnabile
di un tenero cuore di pasta frolla.

ruvida crostata/corazza
melancholia di sottobosco

Quando ti ho trovata
eri una vivida rosa di mare
spiaggiata su una rena ignota.
Uno scirocco innamorato
t’ha persa su scogli di cemento
serrati i petali alieni al grigio.

Ali salate -desiderio di volo-
braccia di mare, nostalgici colori
cercavi l’abbraccio compagno
da cullare sul cuore di marzapane.

follia di marzapane racchiusa
in un bozzolo di zucchero filato

Ora dimmi -il ricordo- delle spine
quando l’amore è dolce sapore
di pasta frolla e marzapane, potrai?

giovedì 7 maggio 2015

Il mercato del Giovedì e la skipper

Giovedì. Senti come crocchia il mercato.
Una teoria di grigie beghine -compunte-
tra rosari di plastica e crocefissi di legno
segue a piccoli passi una bruna suorina.

Ora la trattativa in nuce è un battagliar
il prezzo e sfilano ratte in Sant'Andrea.
Adoro questo intercalar di voci, di grida
chiame a mischiar i Santi con il profano.

Lo sguardo oltre il molo non vede profilo
scompare anche Pellestrina all'orizzonte
la nebbia si dirada là dove il mare piegò
e incrociai quell'isola -burla dei marinai-

Sì, lo dissero nelle sere al bar là sulla riva
che furono fuochi fatui come nei cimiteri
altri derisero il mio rapporto con il mare
credendomi millantar cuore ed emozioni.

E tu che dopo i miei versi -carte nautiche-
tu che sola hai letto con i miei occhi, sai
di venti australi -nodi marini e naufragi-
abile skipper troverai le rotte del silenzio.

Ceduto il comando me ne sto in panciolle
e il mare intanto sorride e rincalza le onde.

-nel silenzio quel trepestar di vita al cielo-


mercoledì 6 maggio 2015

Lo scoglio, la musa e il canto del passato

[Ascoltar sirene cara Musa è infanticidio
è genocidio di anime candide alla malìa
è la eco delle note infrante sullo scoglio
è un rapinoso controcanto all’intelletto.]

E si va, comunque. E poi -beffati gli occhi-
il canto si affaccia divincolandosi dai lacci
intona una melodia cara alle tue orecchie
il dolce lasciarsi andar alle giustificazioni.

Musa quando le sirene intonarono il canto
stavo ancora afferrando la vita non ascoltai
gli occhi -seppur stanchi- lessero l’inganno
e il passato m’è rimasto sereno compagno.

È l’inciampo del cuore sulla neve degli anni
o il rifiuto dell’essere, il mio “mal de vivre”?
Dovessi risentir quel canto, il loro richiamo
beffami gli occhi con i versi, cantali al mare.

Ma il mare intanto se la canta e se la suona.

martedì 5 maggio 2015

Il riccio di mare e l’isola che non c’è

Custode dell’argento che incanta la luna
ha una piuma a mo’ di timone pel vento
è verde come la giubba ma orbo delle ali.
Indosso quel cappellino -sorrido e volo-

-raro è spiaggiar del riccio su questa rena
finché la luna divise le onde e l’isola sortì-

Il mare l’abbandonò, gli aculei ritti al cielo
ora affiora dalla sabbia naufrago d’amore 
e sfida con la sua corazza il mio desiderio
ma so il dolce del suo cuore -le sue spine-

-la polvere d’argento è pei cuori bambini
il volo continua se non dai peso alle spine-

E il mare intanto protegge e ammonisce.


lunedì 4 maggio 2015

vanessa: 17,15

vanessa: 17,15: Nonostante un cielo d’acciaio cerco le mie tracce sulla rena so che la risacca non perdona ma il cuore insegue le gambe. Cosa m’a...

domenica 3 maggio 2015

Ali lontane (equazioni difficili)

[due gabbiani in volo lassù come
due parentesi -che racchiudono- 
una equazione di tempo irrisolto
s’allontanano repentine al foglio
e il sogno soffoca l’acquamarina]

Scolorano.

L’acqua del canale non m’è stata
mai nemica, aliena come stasera
i passi che risuonano sconosciuti
alla mia anima riportano una eco
di sottile dolore, eterna nostalgia
di cieli diversi e matite azzurrine.

L’emozione.

Tempere e acrilici pittati su tavole
-ricordano icone cinquecentesche-
mi raccontano in uno story-board
protagonista illogico d’un fumetto.
I colori nell’acqua sciolgono i toni,
è rimmel il tratto d’anima inquieta.

Matematicamente.

Gli occhi seguono colori nel canale
il peschereccio che salpa scombina
lo story-board la cui sceneggiatura
è racchiusa tra due parentesi, lassù.
Le ali lontane di due gabbiani poeti
non potranno risolvere l’equazione.

Può un sorriso deflorare l’incognita?


sabato 2 maggio 2015

venerdì 1 maggio 2015

Abbracciato ad un’alba crepuscolare

Sorrido
mentre l’alba stamane s’interroga
s’imporpora le gote e stupisce
sorpresa all'abbraccio di quel rosso
acceso, inatteso e focoso amante.

-non è così che volea vestir il giorno-

M’interroga
questo silenzio innaturale, l’afasia
seppur momentanea della calle,
al cangiar del verdemare del canale
attonite anche le voci stupiscono.

-le risposte disattese perse all'occaso-

Scrivo
seppure i versi velati di nostalgia
spoglino l’anima degli ultimi orpelli
senza tema d’arrossir pel carminio
abbraccio l’aurora crepuscolare.

Sorrido.

-attendo il rosa per una nuova tela-