crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

domenica 27 dicembre 2015

Un tempo diverso (ou le mal de vivre)

(di quel tempo sì diverso e parallelo
così incastrato tra l’anima e il cuore
conosci il respiro dei versi e l’amore
urlati dal vento che percuote il cielo)

È uno stipo, un cassetto
uno sgabuzzino, un angolo segreto
una scatola di scarpe chiusa con lo scotch
un diario ingiallito protetto da un lucchetto.

È il tuo rifugio, la cassaforte, il salvadanaio
dove nascondere e conservare i tuoi se, i tuoi forse
il tuo “mal de vivre” i tuoi reconditi umori, i desideri
dove tutto hai stipato alla rinfusa, in un allegro ginepraio.

È un tempo abortito, mai nato, mai vissuto
eppure mai così desiderato dalla tua anima inquieta.
Cosa ti manca? Ti sei chiesto spesso mentendo la risposta:
la chiave per aprire la porta, il lucchetto, la penna per contarlo?

Ma in quel tempo diverso anche le bugie avrebbero sorriso di te.


martedì 22 dicembre 2015

Calce viva (ranuncoli disattesi)

In questo solstizio d’inverno
così uggioso di nebbia marina
un fiore lasciato sul davanzale
è quasi speranza di primavera.

c’è chi innalza muri di parole
-calce viva per un sole malato-

Più in là un vecchio colorato
sul sagrato soffoca gli auguri
tende la mano ma infastiditi
scostano lo sguardo i parolai.

c’è chi annega speranze di vita
-calce viva per anime indecenti-

Un Natale così è da seppellire. 

venerdì 18 dicembre 2015

Steli recisi -rose di mare-

Li incontro -spesso ci inciampo-
nel tunnel chiaroscuro della vita
sono sogni bugiardi da uccidere
prima che venga l’alba -vita mia-

Recido rose -l’alba non perdona-

Queste poche righe -senza spine-
anemoni che profumano di mare.
Ma sì, se non fosse perché mi ami
diresti di me che ho perso il lume.

Rose di mare senza steli né spine.

Le rose spesso tradiscono gli steli
tu ignorale, lasciale al mare, però
ho poco tempo -il blu mi attende-
e le parole sono rasoi affilatissimi.

L’alba non perdonerà le mie bugie
le regalerò un mazzo di steli recisi.

Riemergo.

(immagine da web)

venerdì 11 dicembre 2015

Perché ci vuole cuore

stasera
per deflorare questo silenzio inquieto
-foderato di caligine ovattata-
che rabbrividisce sul marmo della panchina

ci vuole cuore
raccontar discreto di te in punta di piedi
-ma il pensiero che tuona nella mente-
non ha rispetto alcuno e spoglia la tua anima

chiamare gabbiano  
la tua solitudine e accoccolarsi nella poesia
-quasi tra le braccia di un’amante-
tu, Peter Pan accucciato in questo spigolo di cielo

e ne vorresti ancor di più
per fare spazio all’umanità che preme
-accogliendo le piccole bare in fondo al mare-
mentre sorridi a chi il suo spazio ha di già avuto

ma -forse- ci vorrebbe un altro cuore


giovedì 3 dicembre 2015

Namastè

Non è l’aria di Natale
non l’agrodolce profumo
di mandarino sulle dita.

Non sono aghi di pino
che crocchiano allegria
ai passi sotto le scarpe.

Non è la piva nomade
non l’invito di ceri accesi
è un’apnea che sa di sale.

“non ancora” -è urlo di sirena-

[Ora il Natale sulla marina
sfila gelido sul bagnasciuga
e l’inverno indossa la morte.
Sul corso cristalli sanguigni
allettano etere incellofanate
come strenne donano oblio]

“non ancora” -è tuono di bomba-

Namastè mondo, è ora.


martedì 1 dicembre 2015

Volevo scriverti una poesia (luci e ombre)

Volevo scriverti una poesia stanotte, ma stolto
-ho baloccato il tempo inseguendo una farfalla-
Lei infiltrata chissà come tra gli scuri socchiusi
io perso in un infantile svago di luci e di ombre.

Volevo pittarti coi versi iridati delle sue ali, ma
-la porporina s’è stranita in volo e il refolo ride-
La tela è pelle in controluce, ora l’ombra è rena
gioco nel sogno e dipingo falene come tatuaggi.

Volevo scriverti una poesia, ma tu sei volata via
il sole uccide i sogni all'alba e la rena si sfarina.

*immagine da web