Eppure poco tempo
fa mi sorridevi tra i versi discinti
tu, Musa referente
delle mie infantili fughe dal tempo.
-ma ho il cuore a spigoli-
Mi chiedi quando
avrò bastante azzurro tra le dita per dipingere un cuore
senza le aritmie o frenetiche rincorse a ricordi bambini,
sfregando con ansietà immaginarie lampade di Aladino
sottratte di nascosto alle pieghe di una notte senza luna.
-ma il cuore spigola-
Mi chiedi conto
di una vita trasognata attraversata da fantastiche
visioni
viaggi nel tempo dondolato sul tuo seno -comodo sedile-
di un treno passato e perso per ignavia e superba
accidia,
dei biglietti giocati e persi sui marciapiedi della
fantasia.
-pochi istanti fa-
Mi sono reso conto
che il sogno non può protrarsi oltre nella mia dicotomia
che dovrò accettare l’ondivago estro che nega la ragione
che senza di te -poesia- anche i pennelli tristi
scolorano
che la vita è una tela bianca e che viverla è il capolavoro.
Fino a quando non la imbratti.
Provaci.