crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

martedì 31 gennaio 2012

Ho guardato la notte negli occhi

albeggia…

[abbandoni le coltri, ti alzi
e il ricordo delle lenzuola
svanisce nel brivido d’addio
sui gradini conti i tuoi passi
viepiù stanchi, circospetti]

Nel buio che attende le mani
ti muovi come un automa
che ha fatto della sua paura
una gelida compagna discinta
guardiana del suo respiro.

Sacrista in una chiesa di carta,
come improvvisato scaccino
che accende e spegne falsi ceri,
sei custode che schiude cancelli
e lacrima sul mazzo di chiavi.

e albeggia…

[l’eco dei passi s’è persa oramai
nella luce immemore del buio
l’alba che saluta i miei domani
porta con sé la brezza del mare
e dolce è il brivido tra le lenzuola]

…ma ricordo quegli occhi…

lunedì 30 gennaio 2012

Tango

arrugginiti e crocchianti
sono i nostri passi
che sul rosso bruno
di foglie accartocciate
incedono sghembi
quasi ritmo sensuale
e strascicato di tango
argentino

le mani come radici
intrecciate
che sostengono l’un l’altro
richiamano al cuore
tenere frasi di innamorati
sussurrate ed incise
a fior di labbra
su di una panchina
il sole traverso
dell’autunno colora
di terre e verde sottobosco
i viali di questa stagione
che prelude
all’inverno della vita
e prepara con dolcezza
al bianco dell’imminente gelo

così nel mutuo sostenersi
e serena pacatezza
di un amore canuto
ci inebriamo respirando
i colori di un tramonto
ormai irripetibile
danzando mano nella mano
il nostro tempo

domenica 29 gennaio 2012

Sabbia e neve

non ho memoria
d’inverni sabbiosi

ma la neve negli occhi
graffia e lacrima come
sangue bruciato nell’oblio
dei tuoi/miei ricordi

[a testa in giù nella rena,
struzzi affogati nella neve]

e testardo
è il dolore nascosto

accanto l’anima e il cuore
attende estati nevose
per sciogliersi tra lenzuola
calde di luna piena

tra sabbia e neve

sabato 28 gennaio 2012

Pezzetti di vetro

come
dentro un
caleidoscopio
schegge
di vetro
s’intrecciano

ruotano

multiformi
e colorate
s’incastrano
quasi tessere
di luminosi
mosaici

[spesso
ho guardato
senza vedere
affascinato
le forme
mutare

senza
conoscere
la differenza
tra assistere
e partecipare
la vita]

ha ruotato
l’arabesco
colorato
lasciandomi
spettatore
canuto

ora che
ho capito
la differenza
restano solo
pezzetti di
vetro

incolore

mercoledì 25 gennaio 2012

Immemore cancello

il ricordo è un serto spinoso
che lacera il farisaico velo
involucro ipocrita dell’anima
emerso dal nulla della memoria

è dolore che buca lo stomaco
ricordare l’infamia degli uomini
alleviare la falsa dimenticanza
con alibi d’ignobile comodo

oltre l’acciaio vagano anime perse
in un girone lastricato d’odio
arse nel fumo acre di camini accesi
rinchiuse nel ventre della storia

la memoria non ha cancelli

martedì 24 gennaio 2012

Il velo da sposa

Gli argini del fiume quella mattina
accolsero la bruma vestita da sposa
l’acqua ammaliata dal candido velo
ondulò dolcemente baciando la riva.

Nel silenzio di canne dipinte di brina
come algidi spettri riflessi nell’acqua
il passo seppur cauto scalfiva l’idillio
e il fiato sospeso lacerava il mantello.

Trattenni il respiro sedendo in attesa
del brusco risveglio d’incauti amanti
mentre ammiravo l’emozione dipinta
il vento spogliava pian piano la novia.

La gallinella deflorò l’acqua correndo
e le goffe ali presero il volo nel bianco
il rumore di canne spezzate fu strazio
del silenzio complice dello spettacolo.

Il fiume rispecchiò un azzurro sorriso
sull’acqua dondolava il velo da sposa.

Tra bistro e ciglia

quattro braccia
ad abbracciare
la mia/tua paura

non erano forti
i verdi rami
d’intrecciate mani

e nodose nocche
sulla schiena
a premere il fiato

[l’azzurro
tra bistro e ciglia]

inesperti semi
dispersi sul bistro
color del ventre  

nel batter di ciglia
negarono radici
al solco assetato

[la paura inaridì
l’azzurro]

lunedì 23 gennaio 2012

Spine della memoria, per non dimenticare

appese al recinto di filo spinato brandelli di carne
come ombre dimenticate da Dio reclamano un perché
nel campo carri bestiame vomitano nella polvere
nuove vittime sacrificali da incenerire sull’ara dell’odio

salgono al cielo disperdendosi nell’acre odore di fumo
urla e simulacri di parole come bestemmie di dolore
canti di bimbi che perforano le coscienze dei giusti
e sguardi spenti di vecchi che recitano rassegnazione

da stracci e mucchietti d’ossa rannicchiati tra la polvere
s’alzano nenie alienanti di madri dai seni rinsecchiti
mentre allattano straziate un fiore nato già morto
con lacrime di un sangue odiato come la corona di Cristo

Shoah, una spina nella coscienza degli uomini


venerdì 20 gennaio 2012

Eccomi

eccomi
accanto a te

a capo chino guaisco
le dolenti ferite aperte
-cucciolo maldestro-
in un gioco pericoloso

eccomi
davanti a te

occhi di cane bastonato
che implorano perdono
-ingenuo protagonista-
di un gioco sconosciuto

eccomi
dentro di te

ora l’altalena dei fianchi
blandisce il mio il dolore
-l’acme è alla chiama-
l’urlo si scioglie nel miele

conosco il gioco
eccomi

giovedì 19 gennaio 2012

Domani farà bello, hanno detto...

"...i avarave ciamà belo per doman…"

Quel repentino, lattiginoso strato di nebbia
sembrava bambagia sfilacciata tra le dita
che saliva silenziosa posandosi sulla laguna
e come algido sicario ne affogava i colori.
Testarda una lama di luce bucava la bruma,
creando sull’acqua trasparenti arabeschi,
mentre il peschereccio si perdeva nel limbo
la sirena urlava il suo commiato dal molo.
L’orizzonte m’apparve come sogno concreto
che da tempo rincorrevo e protesi la mano,
solo stracci di nebbia rimasero appesi alle dita.
Con la voce arrochita dall’umido salmastro
bestemmiai alla caligine la mia delusione.

"…i avarave ciamà belo per doman…"

Straziò la voce stridula ma ne riconobbi il tono,
lo schioccar del becco e il frullar d’ali felpato
lacerarono come artigli il velo dell’amarezza
e nella laguna ovattata rispecchiai il mio sorriso.

…come sempre avrai ragione tu amico mio.

martedì 17 gennaio 2012

Cuore di maiolica

sotto l’indaco dipinto dello smalto
tu cuore di friabile biscotto
cotto al sole di roventi primavere
indurito al gelo dell’inverno

appeso come falsa icona adorata
ninnolo d’antica cristalliera
indisponibile ai richiami dell’anima
ti culli nella tua apparenza

scivolano quasi lacrime di ghiaccio
sul blu diamantato le parole
non prova alcun fremito o passione
una corazza vitrea di smalto

ti spezzerai nonostante l’arroganza
l’acciaio forerà la tua difesa
quando l’amore colpirà improvviso
raccoglierò briciole d’amore

…dal cuore di biscotto

lunedì 16 gennaio 2012

Baratti

Ho venduto le ultime biglie di vetro colorato
come perle autentiche di falso Murano
a quattro cinesi in gita sulla laguna
in cambio di paio di bacchette di bambù.

Ho ceduto le bacchette al bar sul corso
ad un oste dal sorriso mefistofelico
in cambio di un bicchiere di Rosso Inferno
in un amen l’ho bevuto, ho visto il fondo.

C’era un numero di telefono impresso.
Ci sto pensando.

Vorrei indietro le mie biglie di vetro colorato.

domenica 15 gennaio 2012

Non sono Icaro

…celava sotto la zimarra nera
l’acciaio degli occhi, la signora
e la bocca, ulcera menzognera 
socchiudeva al volgere dell’ora

mellifluo il sorriso ammiccante
nel gelido spirar di tramontana
la vita era mercede in contante
per saldar il conto alla puttana

non era la mia ora, morì il nero
l’ulcera tacque come d’incanto
l’attesa accecò il suo pensiero
la falce abbandonò lì accanto

(usai ottima cera
il sole non fu avverso
sparì nella bestemmia
la zimarra nera /
di lei rimase il ghigno
nell’aere disperso
le ali regalarono
una nuova primavera)

…e fu un grande volo!

giovedì 12 gennaio 2012

Non svegliarmi

   


del dolore che conosco
parliamone domani
oggi tienimi così, tra i seni
come piccola cosa fasciata
dall’amore come ninnolo
dalla musica dolce sul petto

del dolore che proverò
parliamone adesso
che hai occhi per vedere
le lacrime che verranno
come artigli rapaci
ruberanno la via del cuore

il dolore che non conosco
mi attende all’angolo
ma la vita ha perso tempo
e non sono mai puntuale
allora non parliamone
oggi tienimi così, tra i seni

non svegliarmi


*Snake charmer (avanti, c'è posto)

[fa strame di umanità,
postriboli di coscienze,
indifferenza e avidità
scivolano come pioggia
acida che non scalfisce
la corazza dell’egoismo]

-ouverture-

neri pulcini
rinnegati
sparsi cocci
uova reiette
madri aliene
da ricordi
ventri ingordi
in attesa
di altro
seme

…e poi veleno…

crotali
immondi
avviluppati
alle note
del bausari
echi di morte
seni inutili
intonano
Calcutta
forever

…e poi veleno…

tragico
carrozzone
di guitti
continua
la vita
traballa
conscio
dell’orrido
comunque
curva

…cade ma incanta…

*incantatore di serpenti

martedì 10 gennaio 2012

Tarsia

[la mia vita è come
una panchina in attesa
di un’anima zingara
eternamente indecisa
pochi versi hanno dato
raramente conforto
a un legno errabondo
in cerca di un porto]

sole d’onice
gioiello che riflette
intarsi d’oro fino
nel blu della laguna

ruvida pomice
cuore che non smette
ma gioca a nascondino
barando con la luna

potremmo allora
riposar lo sguardo
che muore all’orizzonte
tra mille e più parole

cielo non scolora
nicchia, ma è in ritardo
e l’anima dal monte
non scende come suole

sposto cautamente  
di un passo la panchina
è ormai quasi trastullo
sfogliar la margherita

sole finalmente
infiamma la mattina
sul legno torno fanciullo
da sempre è la mia vita

[nomade d’amore
vago col mio fardello
spesso a testa insù
nei sogni ho volato
rubando la poesia
ne ho fatto un gioiello
il suo antico legno
di sole ho intarsiato]

domenica 8 gennaio 2012

Averti...

[ho combattuto contro un temibile rivale, la mia paura
il lampo degli occhi raccontava una storia senza fine
la fuga terminò inebriandosi nella tempesta dei sensi
così il ruscello impetuoso sfociò in un fiume in piena]

quattro passi tra ciuffi di bambagia sparsi nell’azzurro
un'oliva nel Martini questo tuo incollarsi al mio cuore
un sapore che ogni volta rinnova il piacere dell’amore
sognanti i versi che brindano a nuove mature stagioni

…averti, ora come allora, è un cin cin alla vita…