crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

domenica 30 dicembre 2012

Cuore, ragione e bandiera rossa. Ritorno.


(un’incredibile luna rossa appesa)

In questa notte di Dicembre
attraverso tratturi a piedi nudi.
Aghi di pino rinsecchito bucano
e dipingono impronte cremisi
sul porfido del pavé dell’anima.

(avvampa increspando l’onda)

Mentre il cuore ancora recitava
“amore” un’utopia tra le nuvole
la ragione ha incanutito il sogno
e ha trafitto impietosa il costato.
Misura ineluttabile del tempo.

(aghi di pino incoronano il cuore)

Nella sacca dei desideri mai sopiti
c’è una rossa chimera sgualcita
-troppo corta per coprire affanni-
-troppo ruvida per lenire lacrime-
in questa tersa notte di Dicembre.

(e traverse di legno s’incrociano)

Sventola la luna rossa sulla laguna
garrisce un saluto che scioglie l’attesa.

Tanto basta. Sto tornando.

mercoledì 19 dicembre 2012

Aprirò quel sacco, è Natale


venite
come bambini in attesa di una fiaba
aprirò il sacco che grava sulle mie spalle,
e toglierò la polvere che soffoca il mio cuore

racconterò
di come ogni pensiero che incontreremo
sia stato nel mio tempo l’indomito guerriero
che vinceva le battaglie perdendo tutte le guerre

l’esperienza
che da anni pesa come inutile zavorra,
segna sulle spalle dolenti cicatrici vuole libertà
da ogni costrizione e ipocrite consuetudini

sarà il mio regalo
perché non ho altro da donarvi e poi
troppo pesante da trascinarsi ancora nel tempo
quel che rimane di questa soma lacera e polverosa

mentre leggero finalmente, sgravato da ogni inganno,
il mio cuore stupirà “adesso sì, adesso è Natale”!

mercoledì 12 dicembre 2012

La matita spuntata


[“lapis much el fa spegasc”
-la matita spuntata
fa degli sgorbi-
dialetto milanese per dire
“usa gli strumenti giusti”]

Non ho mai creduto
in gioventù a quel detto,
-quasi scritto sui muri-
-quasi inciso sul legno-
nei banchi della scuola.

Non ti ho mai scritto
per anni il mio amore,
-forse per timore-
-forse per timidezza-
e la matita incanutiva.

Ora che s’è spuntata
per le troppe parole,
-certo più mature-
-certo più sussurrate-
il foglio non approva.

È una vecchia matita
un mozzicone masticato,
-ho fatto troppi sgorbi
senza scriverti mai-
non voglio correre rischi.

Mi ancoro alla tastiera.

martedì 11 dicembre 2012

I wish you a merry Xmas...


Da lassù, dalla cima di quella torre,
-appeso come banderuola disperata-
nei giorni di rabbia repressa e coatta
ho visto le mie speranze, la mia dignità
-coriandoli bucati- scendere come neve 
sulle angosce di chi da tempo attendeva
soffocando sotto una coltre di promesse
l’ipocrita solidarietà per il lavoro negato.

Buon Natale. Nonostante.

Per quelli che del ieri non hanno ricordo
per quelli che non sperano più il domani
per quelli che dietro i vetri della finestra
non scrivono il dolore per troppa paura.

Per me che sono infine sceso dalla torre
e non ho più le dita per contare i giorni
né carta per dorare un desco immiserito
dal mondo che ha divorato tutti i sogni.

Già, anche per me. Nonostante.

…and a happy new year.

giovedì 6 dicembre 2012

Tra lune farlocche e verità irreali


di lassù una luna un po’ farlocca m’irride
svanisce e riappare in un cielo sfilacciato
-maglione blu notte ormai liso dagli anni-
che non copre le ferite delle inutili attese

se vuoi per te stasera inventerò una fola
poi la racconterò come fosse storia vera
se vuoi per te stasera scriverò sottovoce
poi mi eclisserò lasciandoti senza parole

è una storia senza titolo senza alcun finale
solo i vecchi sognatori, liberati da catene
sanno inventar parole per addomesticare
le paure e gli inganni di ogni falsa morale

se verità aneli non inseguir lune farlocche

lunedì 3 dicembre 2012

La spina nel cuore è un ago conficcato in gola


Dicono la paura dimensione umana.
Fosse vero, ancora vivrei.
Dicono il coraggio sale della vita.
Fosse vero, ne sentirei il sapore.
Dicono l’amore panacea di ogni male.
Fosse vero, non soffrirei.

-è una spina che buca il cuore-

Ho divorato il tempo trascorso con te
senza misura del domani in attesa.
Il pensiero del vuoto punge l’anima
scortica le parole appese alle labbra.

-è un ago conficcato in gola-

Dicono la pazienza sia virtù dei forti.
Fosse vero, avrei già vinto.