crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

venerdì 23 settembre 2016

Giano o Pierrot? (lavori in corso)

È un cielo lacerato -lassù m’attende-
Sospeso come un Pierrot irrequieto
cerco appiglio tra i seni delle nuvole
mentre l’attesa disegna astri avversi.

Se la tristezza tradisse il tratto felice
avrei ago e refe per suturare la volta
e l’indecisione dietro il mesto sorriso
l’alienerei al suk come burla circense. 

Così sento. Così resto. Così scrivo.

Scrivo il passato -immagino il futuro-
occhi oltre la volta catturo Supernova.
Così se fossi Giano aprirei quella porta
che nega serenità alle anime irresolute.

Ma sono un Pierrot dalla lacrima finta
e se della mia maschera il cielo si burla
recito al meglio il tramontar degli anni
beffando l’incerto equinozio d’autunno.

Così coloro la tela riottosa. La vita.

Giano o Pierrot
olio su cartoncino 30 x 42



mercoledì 14 settembre 2016

Adieau chador

Oh, sì oltre il limite dell’indifferenza
a volo planare sulla “Torre dei Ferri”
mentre il muezzin alza il richiamo
imploro con gli occhi il tuo consenso.

Che so non sarà mio.

Padre
Non ho paura del giudizio,
bensì del pregiudizio.

Padre
Ho occhi sfrontati dell’età
e sogni nello zainetto.

So che lassù mi sorride un cielo
cielo da condividere oltre il dolore
cielo promesso straziato dal sangue
e dall'orrenda cecità della guerra.

Padre
Ho occhi che sanno di luna
e capelli color del grano…

Lo sapevi?

No.

Adieau chador, alors.

Pucci Franco
Acrilico su cartoncino


domenica 11 settembre 2016

Una domenica così, in attesa del colore

Quel blu che viene dal mare
racchiude in se semi di cielo
distratto all'amore degli dei
dimentico di cerulei sguardi.

(intanto stempero l’acido
di un’altra notte insonne
col sorriso verde-laguna
e l’eleganza di un airone)

È una domenica tra le attese
confusione che buca il cuore
voglia di colore che opprime
controra che affanna -tedio-

(lenzuola di candido lino
ornate d’arte arrogante
deflorate da avido colore
diletto di satrapi silvani)

Il gabbiano strazia l’azzurro
il mare riflette il suo dolore,
scrivo versi in bianco e nero
in una domenica abbozzata.

Attendo.


domenica 4 settembre 2016

Com'eri bella, come sei bella -sorridi-

Quante volte ho domandato, ho implorato
quale segreto nascondi dietro quel sorriso     
dietro quella radiosità lunare, impensabile
ora quando tutto sembra crollarti addosso?

(quando la vita pareva vincere la partita)

E quante volte m’hai insegnato il coraggio,
-con la forza di raccontare sempre se stessi-
quella volontà di vivere, malgrado l’insulto
non ci abbandonò lungo i tratturi della vita.

(il mio respiro sospeso accanto al tuo)

Sì ho sfogliato l’album dei ricordi stanotte
e… le foto in bianco e nero dei nostri anni
e noi nei voli di farfalle come agili gazzelle 
saltavamo gli anni di una strada destinata.

(il sogno tradisce i pensieri, rapisce)

Il ritmo del tuo seno conforta il mio soffio
com’eri bella nel bianco e nero dei ricordi
e come sei bella ora che conosco il segreto
ora che so del tuo sorriso come sfuggirmi?

Bella mia, si va al mare?

(sorride il tuo respiro nel sonno)

Albeggia.

*“night by Kharlamov”