crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

giovedì 29 gennaio 2015

Ho fatto pace con Dio

 [oh no, non è un armistizio,
sai non v’è stata mai guerra
-sì avevo ipotecato il cuore-
e celavo l’anima agli occhi]

Dicono che i vecchi sognino riparo
tra marmi, santini e moccoli accesi.
Sarà certezza senile o fede redenta
quel gesto d’acqua sparso sulle dita?

Pagata l’ipoteca, ho intascato la vita
e ora ogni alba è laica lode alla sorte
-forse lo scaccino non m’incontrerà-
se al crepuscolo cerco Dio nella calle.

[ancora ho nel cuore il passo
-della paura, dell’ignoto cielo-
è bastato l’attimo oltre la vita
e gli occhi hanno visto il vero]

Ho fatto pace con Dio.


martedì 27 gennaio 2015

Giornata della Memoria.wmv

Spine della memoria

appese al recinto di filo spinato brandelli di carne
come ombre dimenticate da Dio reclamano un perché
nel campo carri bestiame vomitano nella polvere
nuove vittime sacrificali da incenerire sull’ara dell’odio

salgono al cielo disperdendosi nell’acre odore di fumo
urla e simulacri di parole come bestemmie di dolore
canti di bimbi che perforano le coscienze dei giusti
e sguardi spenti di vecchi che recitano rassegnazione

da stracci e mucchietti d’ossa rannicchiati tra la polvere
s’alzano nenie alienanti di madri dai seni rinsecchiti
-mentre allattano straziate un fiore nato già morto-
lacrime di un sangue odiato come la corona di Cristo

mercoledì 21 gennaio 2015

Agonia di Gennaio

È un Gennaio che fatica a morire
-abbarbicato a baffi di cielo pesto
camuffato da lampi di livido sole-
lacera di brividi la voglia di vivere.

[è un Gennaio che fatica a morire
sotto le coltri non trovo conforto]

Fatico a scrivere un verso sereno
l’anima ghiaccia al fiatar dell’odio
e non v’è traccia di fiori di campo
sul seno inaridito della tolleranza.

[è un Gennaio che fatica a morire
e sogno terre promesse e palmizi]

Che senso avrebbe cercare tepore
là dove la terra è brulicar di croci?
Gli aedi hanno cantato vanamente
storie d’uomini ciechi e arroganti.

[forse due passi con te sulla luna
mano nella mano sarebbero cura]

giovedì 15 gennaio 2015

Prologo

Mentre camminavo sulla luna
ti ho vista avvolta nella nebbia
anelavi azzurro per il mantello
bussai alla vetrina dell’infinito.

Prego?
-due etti d’azzurro
senza un filo di grigio-

[ho un credito illimitato
al grande supermercato
delle buone intenzioni
pago con la carta fasulla
che la vita m’ha donato]

Prego?
-due etti d’azzurro
senza un filo di grigio-

Un cielo a fettine come ali di falena
è quel che manca al desco della vita
incartato a dovere nella mia poesia
sarà manto da cucire con ago e refe.

Senza un filo di grigio, ovviamente.

sabato 10 gennaio 2015

Ho immaginato (fantasie leviatane)

Noi, passeggeri delle terre di mezzo
poeti chimerici dalle rime stralunate
architetti senza riga e filo di piombo
viviamo schiacciati tra cielo e terra.

Ho questi versi inchiodati nella mente
-mentre apro le imposte svelo l’arcano
di questa notte passata senza ricordo-
annullata dal buio di un sonno coatto.

Notte impiombata, senza alcun sogno
eppure viva, palpitante m’ha respirato.
Ho partorito un mattino senza sangue
melanconica copia d’una tela di Durer.

Noi, viaggiatori precari senza licenza
grassatori a mano armata della vita
scalpellini consumati di lapidi ignote
saremo divorati dalla nostra ignavia.

Ho spuntato la matita battendo i tasti
-quanti scarabocchi incisi nella mente-
Fantasie ricorrenti dell’anima inquieta
che cerca rifugio dai mostri leviatani.

Ho immaginato.


lunedì 5 gennaio 2015

1965-2015 Rame, efelidi, pelle di luna e cinabro

1965- li conoscevo bene-

Rame, timide efelidi,
pelle di luna e cinabro
mille e più sfumature
soffocavano il grigio.

Riflesse in quei vetri
di liquido ambrato
-ciglia ammiccanti-
maliziose banconiere.

Della latteria ansante
in quel Luglio torrido
erano cornice esplosiva
di colori alla Van Gogh.

-sì li conoscevo bene-

Un brindisi provocatorio
lui sparì, poi riapparve.
Un mese lacerò il grigio
coi colori di nuova vita.

Lei inchiodò nelle pupille
per lui i colori dell’amore
e i riflessi arsero i timori
-fuochi di luce d’Agosto-

2015- li conosco bene-

E ancora sono qui, appesi
al rimmel che sfuma lento
alle labbra che raccontano
stupite dei colori d’allora.

Gli occhi rivolti al mare, sì!
Nella laguna riflessi rame
e pelle di luna e cinabro
mentre le efelidi scolorano.

Timido intercalare del tempo
declinare dieci lustri d’amore.