crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

mercoledì 25 settembre 2013

Chiave di vetro e toppa d'acciaio

-ho una chiave di vetro soffiato
ha un codice inciso tra i denti-

Sì, sorridi mentre inseguo con la mano
lo scoglio, il porto sicuro di ogni notte.
La stanza soffusa di chiarore è rifugio
se il tuo respiro sul cuscino mi consola.

Spazzo briciole di malinconia dal cuore
e respiro serenità da battiti consonanti.
L’amore, sai, ha nome solo se hai visto
parate di lune sfilare sotto il tuo cielo.

-ho una chiave di vetro soffiato
ha un codice inciso tra i denti-

 Blumun, evanescente Blumun blu
Blumun, un po' invadente Blumun blu
Blumun, Blumun blu*

Uno screzio di luna ride tra le imposte
la canzone muore nella toppa d’acciaio
hai lampi di blu nei tuoi occhi da gatta
ma da tempo conosco la combinazione.

Quanto basta. Ho la chiave.


*(da Blumun di Roberto Vecchioni)

domenica 22 settembre 2013

Epitaffio per una utopia

Erano occhi limpidi e fantasie alate
canzoni, versi tesi come pugni alzati
e le certezze di parole credute ideale
nei fazzoletti rossi vessilli liberatori.

Erano tute blu di indomito orgoglio
e l’imbelle gioventù ai lati del corteo
carpiva i segreti di una vita dignitosa
di uomini vessati da violenza antica.

E gli occhi hanno visto l’ultimo sogno
morire piano piano nei cuori inariditi
la fantasia orbata da anni senza ideale
nulla poteva contro la forza del potere.

[così ora ne scrivo in punta di nostalgia
e dedico a me stesso questi versi amari
negli occhi avevo una splendida utopia
dissolta nella fantasia assassinata ieri]

Incido nell'anima quasi fosse pietra.


giovedì 19 settembre 2013

Uno strappo nel blu

Uno strappo nel blu.

[quel giorno la pioggia colorava il mare
la calle mostrava cicatrici mai suturate
gabbiani attoniti sulle bricole arrossate
lisciavano le ali come bimbe da curare]

Uno strappo nel blu. Lassù.

Ago e refe, per favore. C’è da guarire.
Da serrare una finestra aperta sull’infinito
la paura del domani va nascosta agli occhi
e i battiti del cuore riprenderanno sereni.

Ago e refe. Presto. Non c’è più tempo.
Prima che il cielo pianga lacrime carminio
suturare la ferita sarà panacea miracolosa
l’uomo nero del futuro svanirà nel costato.


Una cicatrice nel blu. Ora.

lunedì 16 settembre 2013

Nomade precario, turista involontario

Ho fotografato la vita nello sguardo dei miei figli
poi l’ho incorniciata nel sorriso della mia donna.
L’ho percorsa -turista involontario- senza biglietto
e sono sceso a fermate prescelte da comandi ignoti.

Ho sfuggito -nomade precario- le asperità del viaggio
mistificando, perfetto istrione, il copione nella recita.
Alla fine tutto torna, quando la vita presenta il conto
rivendicarsi nomade non salva dal pagarne il prezzo.

Saldati i conti, attendo il resto. Il viaggio continua.

sabato 14 settembre 2013

Noi, corvi in attesa di Caronte

Si crebbe.
Avvinghiati ai capezzoli di madre Ecuba,
divorati nella clessidra di padre Crono,
lasciammo appesa l’incoscienza dell’età
lacerata dai rovi di una tana tra le more.

Si crebbe, ma poi.
Nulla più ebbe importanza ai nostri occhi
delle labbra color rubino dell’ingordigia
così alla fonte ci radunammo come corvi
in attesa dei cadaveri degli anni in fieri.

Si morì, il dì appresso.
Quando l’arroganza disvelò tutto il potere
e l’insipienza colse il frutto di cuori ignavi,
tutto ebbe ragion d’essere tra lampi e tuoni
in un artefatto temporale di bombe sicarie.


Si crebbe e si morì. Caronte non passò.

lunedì 9 settembre 2013

Del mare, dell’acquasanta, del diavolo e la sua canta

[spuma bianca/risacca lenzuola
come un onda/il nodo alla gola
pare un canto /gelato d’inverno
ma è la misura/tra te e l’inferno]

c’è una piccola chiesa raccolta nella mano
che attende il mio cuore da tempo lontano
c’è una preghiera che sin qui non conosco
che volerà l’anima oltre l’insidia del bosco

Ora. È tempo oramai.
Nulla disconosco del mio passato, ma è tempo.
Tempo di fermarsi, raccogliere i passi sparsi,
gli anni affannati di un tumultuoso cammino.
Tempo di stringere la mano di chi al tuo fianco
da sempre nel silenzio ti sostiene e ti corregge.
Basta riconoscerlo, riconoscersi nel suo sorriso
e attendere l’abbraccio della sua spuma salata.

Quasi un’acquasanta che libera e purifica.


Ne canto.

sabato 7 settembre 2013

Non ho avuto cuore

immerso in un efferato gioco elettronico
mentre il respiro insegue i led sui monitor
parole viepiù indistinte muoiono nel buio

-game over-

*****

Lo so.
Come sempre mi hai aspettato, invano.
Da tempo le canne sono pronte, sperano
il Po s’è spazientito, le esche ammuffite.

Stavolta la scelta era a portata di mano
dalla porta socchiusa dell’anima filtrava
caligine settembrina, livida coltre di trine.

Ma le catene dell’oggi sono ancora forti
così sono rimasto inchiodato alla realtà
mentre l’attesa scandiva i bip elettronici.

Lo so.
Potevo scegliere, l’ultimo respiro ha scelto.
Quanta altra misura di tempo indefinito
colmerà il buio prima che gli ami strazino?

Potevo scegliere. Non ho avuto cuore.

*****

ora l’iridescenza delle ali di una Vanessa
si frantuma tra i simboli e le cifre aliene
per ricomporsi nel sorriso sulle mie dita


-play again-