crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

martedì 19 dicembre 2017

Stella strabica, luna acquiescente

Stanotte sonno agitato -insonnia incombente-
anche il cuscino piagato ormai non regge più
sì, se potesse soffocarmi, lo farebbe volentieri.

[Apro stancamente il libro dell’inquietudine
mille e più pagine lise, divorate dalla collera.]

Ho un amore che mi attende dietro lo scuro,
qui, accanto all’edera stranita di questa notte,
là dove i pensieri ammaestrano sogni indocili.

[Mi alzo, ormai ho collezionato tutte le spine
che il materasso sa da tempo offrirmi gratis.]

Una luna cadaverica ghiaccia il grigio plumbeo.
Cielo di Dicembre -d’avvento- gonfio di pioggia
lacrime di nivee promesse e di sogni disattesi…

[Una luce -sogno accanto a te Luna- mi sorride
Una stella? Farei un falò delle mie incertezze!]

Luce traversa -lama che taglia in due la stanza-
che n’è delle mie ansie, dei miei timori ululati
se tu complice di notti insonni non m’illumini?

[L’edera -rischiarata dall’inattesa luce- gongola
e domani abortirà fiori deformi, ma sorridenti.]

Luna acquiescente zittisce.

Ma la stella ulula versi. Strabici.


mercoledì 13 dicembre 2017

Dio, perché?

L’età della ragione che mai arriva -Dio perché? -

Eppure ancora stupisce l’uomo dinanzi al creato
epperò ingozzarsi poi di arrogante ingratitudine
è l’inevitabile tangente da pagare all’ego usuraio.
E non bastano lacrime ipocrite a lavare l’ardesia
del cielo e spegnere le fiamme dell’odio razzista.

E l’ora della pietà che mai s’avvera -Dio perché? -

Domanda inutile -ormai dovresti sapere l’uomo-
non foss’altro perché anche tu lo sei. Non credi?
Uomini pasciuti e paludati da utopie e religioni
distribuiscono oneri e onori da turiboli fumanti
incensi mefitici spacciati per placebo universali.

È il tempo delle risposte da sputare come rospi
ché ognuno invero conosce -ma evita vigliacco-

Così l’ultima preghiera.

*foto dal web

martedì 5 dicembre 2017

Se all'alba insonne avvizziscono i fioretti

Con l’anima -falena/étoile immalinconita-
che rincorre la luce danzando ore insonni,
mentre il cuore rifugge dai ricordi dolenti,
picchietto sui vetri un’emozione irrequieta.

[falsa trapunta azzurra il cielo che albeggia
tinge di rosa il grigio cadaverico della calle]

Vorrei avere la passione arrochita dell’urlo
del solito gabbiano innamorato ma arrocco
-quasi fossi il re in una ipotetica scacchiera-
che la partita della vita costringe all’angolo.

[affogo nell’effimero rosa che ora avvizzisce
tutti i buoni propositi che fioriscono all’alba]

Allora mi manca la tua mano, il tuo respiro
-quel tuo minimizzare/esorcizzare il dolore-
con il tuo sorriso e la certezza che la partita
non è finita ancora è tutta da giocare io e te.

Il cielo rabbuia il rosa scolora ma sorriderò.

Promesso.