crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

venerdì 15 settembre 2017

Fammi spazio

lo spazio del marciapiede sotto casa
era lo scendiletto delle rotaie del tram
i pattini appesi nel buio dello stanzino
erano le propaggini delle mie gambe

quello spazio dove il cielo era più cielo
-dove mi “scapicollavo” col carrellotto-
mia madre diceva che era il mio tempo
ma l’ho venduto ai calzoni lunghi, dopo

Ma poi che vale rimestare tra ricordi scontati?
Ognuno ha una bisaccia attaccata alle natiche.
Vorrei non avere cirri e nembi grigioneri corvi
uccellacci untori sulla spalliera dei miei sogni.

Credimi ho sepolto illusioni sulla riva -era ieri-
ti aspetto tutte le notti sul carrellotto di legno,
me ne frego dei sogni tanto al mattino rinasco.
(mentre beviamo il caffè rido inopinatamente)

Fammi spazio stanotte.


lunedì 11 settembre 2017

Inchiostro e graffi

-in un altro tempo-

L’incoscienza l’improba fantasia
era quella tana -rifugio tra i rovi-
sulle sponde di un fiume malato
un ingenuo igloo fiorito di more.

Il gioco, pretesto infantile, taceva
la voglia che urgeva sotto la cinta
mentre il rossore accompagnava
mani curiose -frenetiche operaie-

-altrove nel tempo-

Rientrare tardi, mancare la notte.
Quanti di me sono rimasti laggiù
le mani graffiate dai rovi, le more
labbra inchiostrate, occhi roventi?

Tu eri nel divenire del tempo, sai?
Forse già allora i rossori tingevano
i sogni, le attese, il futuro incontro
-il gioco l’esplosione erano ansimi-

-giocato il tempo-

Lame di luce attraversano gli scuri
-conosco la tenerezza figlia matura-
mi sorprendono ancora abili mani
l’igloo scordato dei rovi non graffia.

Questa è sera da non cogliere more
con le labbra inchiostrate di sorrisi
mi perdo sognando attimi di poesia
specchio nei tuoi occhi i miei occhi.

-qui[ora]è tempo-


lunedì 4 settembre 2017

Angeli disegnati sul selciato (è tempo di migrare)

È tempo di migrare
e' tempo di andare migrante precario
hai bruciato claustrofobiche parole
scritte su lenzuola azzurre di falso cielo
in attesa di un diverso camminare.

È tempo di migrare
inquieta rondine dalle ali piene di illusioni
comprate al suk del Giovedì a poco prezzo
e lo specchio riflette il vecchio viandante
aggrappato alla favola eterna di Peter Pan.

È tempo di migrare
lo struscio oramai ha raccontato tutto
le beghine hanno acceso i loro ceri
le campane hanno chiamato il vespero
e sto spellando di nuovo gli ultimi minuti.

È tempo di migrare
ho gli occhi stanchi di laguna verdemare
sì, hanno voglia di spazi innevati e felci
lenzuola grigie di selciato su cui disegnare
nuovi angeli dalle ali colorate di sorrisi.

È tempo di migrare, vieni.

*immagine da web elaborata