crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

giovedì 31 gennaio 2013

Oggi vorrei non ci fosse un cielo asfaltato


Non sopporto le mezze misure,
tenebre o luce, non un limbo cinereo.

Oggi vorrei poter salire di nuovo
sull'aliante dell’incoscienza,
dimentico delle coordinate terrestri
nascondendo il dolore e l’ignavia,
appeso a una speranza compressa
in un foglio di parole di carta.

Oggi vorrei fosse già domani.
Un domani senza padri né madri,
apolide, anarchico e sognatore
con il sorriso tra le costole, e il ritmo
nell'anima perché il cuore danza
se c’è luce in pista e la vita canta.

Ho un mazzo di carte in mano, ma
se la dama nera ha sedotto il re di cuori
stasera giocherò una partita impari.
Non ho più armi, né dadi da rotolare
sui marciapiedi della speranza,
se ha truccato le carte, ha spento la luce.

Oggi vorrei non ci fosse un cielo asfaltato.

lunedì 28 gennaio 2013

...e poi il cielo cadde senza alcun rumore


[che vuoi che sia un’inversione di rotta
quell'andare contromano tra me e te
il silenzio, l’attimo, il botto, lo scoppio
l’eco delle risa a coprire il mormorio
delle stelle dietro il palco impazienti
comari in attesa della recita sospesa]

…e poi il cielo cadde e fu dolore il vuoto
l’anima zoppa ridava respiri claudicanti

Che vuoi che sia, un’inezia la paura
ancora l’alba ci aspetterà, come ieri.
Non v’è rumore, la luna in pantofole
incanterà la notte, l’azzurro tornerà.
Il cielo è caduto, è stato un inciampo
adesso sorridi, il cuore sta cantando.

…e poi il cielo cadde ma il sole lo rialzò.

domenica 27 gennaio 2013

Caleidoscopio (ci sono notti)


Ci sono notti in cui raccattare pezzi di me
sparsi sul deserto di un cuscino annichilito,
inseguendo i più riottosi, i più giocherelloni
che danzano ironici flirtando con il vento,
è esercizio doloroso e alquanto improvvido.

Nemmeno un barman provetto aduso
a miscelare cocktail creativi e sapidi
sarebbe in grado col suo magico mixer
di ricompormi in una versione potabile.
Riottosi, dai bordi taglienti, sfuggono
all'assemblaggio sottraendosi abilmente
a ogni logica e attesa collaborazione.
A fatica il destro roteare amalgama i pezzi
nel tentativo d’offrire una forma decente
alle labbra dell’indecente quotidianità.
I più indocili, i più avversi e bellicosi
disertano l’adunata coatta e si rifugiano
sul cuscino, lucide tessere vibranti, atomi
bastian contrari nel melting pot della vita.

Ci sono notti in cui raccogliere queste briciole
è esercizio doloroso ma seducente, nell'ottone
della fantasia, le ansie a far da tappo e lenti,
con gli occhi appesi al soffitto, rincorro forme
geometriche per dar senso a una notte illogica.

Antico gioco, il caleidoscopio.

Ore e ore a roteare il fantastico tubetto nell'attesa
che anarchici pezzetti di vetro colorino di stupore
il giovane cuore che cessato l’abito della pudicizia
lascia scampoli di variopinta gioventù accatastati
senza alcun ordine e ritegno agli angoli della vita.

Ci sono notti in cui neanche il sesso è porto sicuro,
non riesco a ricreare di me una versione passabile
ormai i pezzi dai bordi consunti, dai colori sbiaditi
hanno perso la precisione e smarrito il percorso
si rincorrono, si accoppiano in insane disarmonie.

Un mazzetto di tessere taglienti ora ammuina,
allegro si colora gira e ruota nella sarabanda
che scompone e ricompone la mia immagine,
sul cuscino la macchia di sangue ferisce l’attesa.
Rincorrere pezzi di me in una notte asincrona,
rivestita d’insonnia, è esercizio azzardato e letale.
Potrei mettere insieme un’immagine accettabile
di quest’arlecchino che alberga nel mio cuore,
ma ho paura che se ne vada, insalutato ospite.

Mi tengo il caleidoscopio. Vuoto, però.

sabato 26 gennaio 2013

L'ultimo Carnevale


È Carnevale, tra poco.

Togliti la maschera, scendi in piazza.
Dai, sali anche tu sul carro della vita
protagonista della stucchevole parata.
In palio l’icona del Grande Ipocrita,
presa diretta Tv, audience garantita.

Io non ci sarò.

Nell’ultimo Carnevale ha debuttato
quest’anima di marionetta senza fili.
La maschera che indosso da sempre
-calce viva sul mio volto- ha bruciato
e vinto tra l’ipocrisia dei comprimari.

Il troppo storpia.





giovedì 24 gennaio 2013

Ci vorrebbe un retino


mille ali di farfalle cadute come petali sfioriti,
maschere ignare di vite brevemente vissute
sollevano al mio passare nuvole multicolori
e accendono la tela di una pallida giornata

il loro volteggiare al minimo alito di vento
parrebbe donare nuova agilità ai miei passi
e l’allegria nell’incedere mi illude che l’aire  
consenta l’abbrivio per un provetto volo

come stolido gabbiano dimentico della rotta
rotolo goffamente verso l’approdo agognato
mentre tu leggiadra falena dispieghi le ali
e riprendi il volo irridendomi nel crudele gioco

mercoledì 23 gennaio 2013

Intenzione di poesia


-questi versi sono un aliante
un arrampicarsi d’emozioni
sulla cuspide dei nostri cuori-

Ti ho mentito quando le labbra
disegnavano stupore artefatto
nella sfida dell’agone d’amore.

Hai mentito nel sorriso tenero
di chi cerca quell'alibi comune
della complicità, della passione.

Senza rossori. Non era finzione
quell'intesa di sospiri spezzati.
Era l’intenzione di una poesia.

lunedì 14 gennaio 2013

L'irreale diaframma tra sogno e realtà


Picchia contro i vetri l’insonnia assassina,
è paura la nera pece del becco di un corvo
che spadroneggia l’ingresso della mia notte.
Nella calle i rumori ingigantiscono le ansie,
nello smoccolare cadenzato dei pescatori
deflorano il velo sottile di un incauto silenzio.

È l’una, dorme accanto a me il rifugio sicuro,
ma la chimica non mi è amica, esco da casa.
Tutto nella calle ha un che di sospeso, vacuo.
Dondolano nel salso volute di tabacco stantio
come tentacoli di fumo e nebbia soffocando
anche il nero presagio che abbandona l’uscio.

Il marmo della panchina ghiaccia la noia,
e la ricerca di un angolo di cielo compagno
è l’illusorio esercizio di un’anima inquieta.
Non so che darei per un respiro d’azzurro,
per un refolo dolce che spazzasse i pensieri
per un abbraccio di quiete tra cuore e anima.

Rotolano spigolando sui sampietrini i sogni
il picchiettare del becco sul selciato mi desta.

Il diaframma è rotto. La notte è mia.

sabato 12 gennaio 2013

Pari e patta


Quando smetterò
di sognare, di cercare,
di sperimentare parole
imbrattando le pagine
atterrite dell’anima,
chiuderò il quaderno
della vita e potrò
raccontarmi vecchio.

ma
litigherei con il cuore

Allora meglio ancorare
questo legno tarlato
che veleggia di fantasia
a un porto sicuro, il tuo.
Poi, lasciandomi cullare
nell’illusione giovane
che regala l’amore 
potrò consolare l’anima.

così
così sì, sarà pari e patta

martedì 8 gennaio 2013

Rap sans papiers


notte bastarda/d’attesa alla stazione
luna al finestrino/riflessi d’emozione
sogno d’un viaggio/appena consumato
rap sans-papiers/cartone e compensato

Aveva un’età indefinibile nel pianto
-quel ricordo appeso alla notte-
come neonato ingordo alla mammella
strabuzzava gli occhi feriti dalle stelle.

Hai mai sentito il cuore piangere?
È un singhiozzo ritmico, quasi un rap.
Se hai orecchie per amiche, ascoltalo
se hai anima a sufficienza, fermalo.

Ormai dorme all’addiaccio su una panca
supino, la testa alle stelle inchiodata
da tempo su un cuscino di compensato,
mentre il sogno gli rincalza la coperta.

Di cartone.