crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

domenica 21 maggio 2017

Tuona

L’ultimo tuono ha rintoccato quasi fosse vespero
e il frullo subitaneo della fuga atterrita di nere ali
scrive rondini in cerca di riparo al limite del cielo.

Mentre ancora tacito il soprassalto all’inchiostro
parole come gocce rosso sangue colano dai versi
-scrivo in apnea aspettando la lama del fulmine-

Ancora non si arrende al sole questa primavera
-ho la testa incollata con la pece alla malinconia-
è vento che viene dal mare che spettina l’anima.

Tuona ed è l’ultimo rantolo della notte deflorata
guardo l’edera tremebonda sul poggiolo -sorrido-
chetati pianta pusillanime che è solo pantomima.

Chiudo gli scuri sul tuo profilo che appare laggiù.

Piove, mi giro sul cuscino e il cuore tuona.


A bout de souffle

Nel vuoto pneumatico dei miei pensieri cerco
Non ho luci in tasca né indovini al guinzaglio
Toglietemi dal polmone d’acciaio delle utopie
Ho una voglia di respirare aria vera -sincera-

Quanto costa l’ossigeno del tuo amore, cuore?
Una nuvola bianca di occhi -sorrisi oltremare-
Bastano a raccontare mondi irreali -mentono-
Torno a contare i passi che mi separano da te

Ma nel girotondo di nuvole e anemico sereno
Il gabbiano trova il modo di straziare il grido
E se lo scoglio immobile attende l’abbraccio
Perché mai dovrei temere per la tua assenza?

Non ho paura del vuoto ma l’assenza d’amore
Che senso hanno stasera queste parole legate
Una gabbia di lacci emostatici e aghi d’acciaio
Lascia filtrare voci, emozioni -ritengo il fiato-

L’urlo tace -il cielo è attonita ardesia appesa-
Ancora un attimo di stupore e poi sarà apnea
Dell’incoscienza del coraggio senile ti parlerò
C’è uno spiraglio il cuore quietamente respira

Te




sabato 20 maggio 2017

Ninna nanna amore

Strappami il cuore che urla il dolore sconfitto con un sorriso
Strappami il cuore che ferisce l’anima col bianco delle corsie
Cucimi l’anima col refe del coraggio che mi dai coi tuoi occhi
Rattoppami il sorriso sulle labbra sgangherate dalle cicatrici

Se avrai coraggio -disse la puttana dalla sottana larga e nera-
Se avrai coraggio salirai sulla coda della cometa dei Re Magi
Volerai, sì, come Peter Pan e coccolerai il tuo cuore bambino
Gli racconterai di come una fiaba possa vincere il tramonto

Graffierai il cielo medicando i lacerti d’azzurro con abbracci
Conterai i lettini soffocando le lacrime pensando all'ignavia
Degli uomini per non dimenticare che l’Isola che non c’è è lì
Scriverai una ninna nanna di versi disperati ma sinceri, veri.

Lasciami sognare mia poesia che non ho le ali, non so volare.

Ninna nanna amore.

*foto da web

venerdì 19 maggio 2017

*Lapis much fa spegash

La notte stiracchia le stelle.

Ho passato una vita a raccogliere appunti dappertutto,
ovunque vi fosse una briciola di spazio su cui annotare,
aggiornare il diario del mio errante viaggio di nomade.

Poi il primo inciampo, la matita che si sbriciola in mano
l’anima ti nega il sia pur piccolo anfratto su cui scrivere
il cuore che latita inseguendo chimere di venti stranieri.

Fuori minaccia temporale.

Vorrei una finestra aperta sul futuro -limpidi occhi azzurri-
ma hai comprato infissi di vile legno dal Geppetto di turno
che ti ha beffato come un qualsiasi Cananeo miscredente.

Sono rimasto con un legnetto inutile tra le dita e un groppo
di ricordi, ritardi da raccontare -ma sono solo sgorbi ormai-
e mi affaccio alla notte mentre diluvia e non ho inchiostro.

*Lapis much fa spegash

Le stelle ora sono degli sgorbi iridescenti che fuggono ad est
il vento è brezza che viene dal mare, Aurora pudica si riveste
la finestra non si apre, sprimaccio l’anima e lì mi accoccolo.

Spesso la vita non è che uno sgorbio di matita spuntata.

Chissenefrega ho la gomma, io.

*la matita spuntata fa sgorbi (vernacolo milanese)

immagine da web

domenica 14 maggio 2017

C’era una volta Poesia

Eri nel mio cuore -spina dolorosa- e poi
svanita nel nulla della matura ragione
e dalla antica consuetudine di un amore.

-atteso accanto-

Paure ancestrali, indecenti maldicenze
-congiunzioni astrali, battiti condivisi-
poi sorrisi incatenati a una massa di bit.

Parole e sospiri che graffiarono la rena
-ora fagocitate per sempre dal mare-
la marea ne ha cancellato le impronte.

-restano i versi-

Con te accanto, Poesia scriverei versi
ma tu amante mia di disperato amore
te ne sei andata senza abbracciarmi.

-c’era una volta Poesia-

Tu, mia Musa tornami ancora nel cuore
sarà dolore ma i versi scorreranno liberi
e la gabbia che li costringe si spezzerà.

-oh mio canuto Peter Pan-

Rinnovato incanto di un volo temerario
ancora sorriderò tra un battito e l’altro
e tu -mia Musa- guiderai la mia mano.

-sarà sereno l’approdo-

Qui.

venerdì 12 maggio 2017

Incompiuta età (noi, anime borderline)

[Ancora compitar dei miei andati lustri
se quelli attesi paiono anguille al laccio?
Cos’altro disegnar coi miei colori accesi
se tele come lacerti di Salomè discinte?]

(stranito cielo)

Mi osserva come amante -disillusa poesia-
incerto se lasciarmi tra le coltri della notte
o straziarmi gli occhi con la beltà d’Aurora.

(aspettami)

Tu, nera Signora anche stavolta hai atteso
con la sottana sollevata -vecchia puttana-
ma non hai ancora incassato il mio debito.

(mentre io)

Seguo le improbabili e ardite volute di ali
-lassù tra l’ardesia e la mica color argento-
e le rondini che beffano gabbiani arrochiti.

[Vivo così, tra l’azzurro e il cinerino cielo
il rosso dell’amore e la speranza nei versi
con il cuore -incerto bambino incanutito-
indeciso se compitare o resettare il tempo]

In bilico, al confine tra il sogno e la realtà.