La notte stiracchia
le stelle.
Ho passato una vita a raccogliere appunti dappertutto,
ovunque vi fosse una briciola di spazio su cui annotare,
aggiornare il diario del mio errante viaggio di nomade.
Poi il primo inciampo, la matita che si sbriciola in mano
l’anima ti nega il sia pur piccolo anfratto su cui
scrivere
il cuore che latita inseguendo chimere di venti
stranieri.
Fuori minaccia
temporale.
Vorrei una finestra aperta sul futuro -limpidi occhi
azzurri-
ma hai comprato infissi di vile legno dal Geppetto di
turno
che ti ha beffato come un qualsiasi Cananeo miscredente.
Sono rimasto con un legnetto inutile tra le dita e un groppo
di ricordi, ritardi da raccontare -ma sono solo sgorbi
ormai-
e mi affaccio alla notte mentre diluvia e non ho
inchiostro.
*Lapis much fa
spegash
Le stelle ora sono degli sgorbi iridescenti che fuggono
ad est
il vento è brezza che viene dal mare, Aurora pudica si
riveste
la finestra non si apre, sprimaccio l’anima e lì mi
accoccolo.
Spesso la vita non è che uno sgorbio di matita spuntata.
Chissenefrega ho la gomma, io.
*la matita spuntata fa sgorbi (vernacolo milanese)
immagine da web
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