Se fossi plastica mi
troveresti nella differenziata
o sulla rena ad avvelenar
granchi e bagnanti, poi
l’onda insipiente mi
rapirebbe per fuggir altrove
a sparger altre venefiche
molecole di eterno odio.
Se fossi plastica altro non
patirebbe il mio cuore
ora che abita conficcata
nel mio petto e sollecita
battiti regolari alla
luna, abusato disco monouso
che l’umanità occhieggia
come discarica ventura.
Se fossi plastica, infine,
cesserei di violentar versi
guarderei innamorato ogni
inutile orpello umano
chiamandolo per nome
-quasi madre dei Gracchi-
e reciterei così l’ennesimo
insulto a madre natura.
Se fossi plastica mi
riciclerei. Mi riconosceresti?
Forse servirebbe un altro
mondo.