crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

domenica 27 aprile 2014

Non c'è memoria senza memoria

Scrivo di te, di mare e gabbiani
scrivo di ricordi di anni lontani
scrivo della vita la nostra storia
perché il domani serbi memoria

-vola alto-

Scarti improvvisi volute eleganti
racchiuse tra parentesi danzanti.
Libero -ribelle alle convenzioni-
interpreta fuori dal rigo e scrive
armonie di indolente musicalità.

Poi da lassù plana -quasi sospeso-
un capriccioso aquilone senza fili
sfuggito a mani bambine -atterra-
con lo stridore roco e prepotente
sull'iride dei miei occhi sgranati.

-ancora mi emoziono-

Annose barricate a difesa del cuore
travolte dalla piena dei sentimenti.
Ho respirato città nebbia e catrame
anni di polveri sottili e piogge nere.
Inerme ho masticato soffocato l’ira
incastrato nella idiotissima sequela
di scatole di latta sbuffanti profitto.

Gli occhi pieni di mare e incantati
dallo spettacolo dell’istrione alato
feriti da ricordi come inattesi flash.
Lampi a volte dolorosi a volte felici
che ingoio e dimentico, ma domani?
Da vecchi il domani è vestito di ieri,
già vissuto non è nei nostri pensieri.

Eppure la memoria graffia, ostinata.



martedì 22 aprile 2014

Bucaniere per amore

(marinaio di nuda terra da zappare
io -bucaniere dal vessillo strappato-
ho l’azzurro/mare pittato nel cuore
e l’incoscienza audace nei pantaloni)

Poi, una rena color d’oro su cui dormire
uno stormo d’ali dalle strida arrugginite
cui donare pensieri e poesie al tramonto.
Stasera isserò il nero vessillo al poggiolo
sarò il bucaniere dei miei sogni bambini
e da provetto guitto ruberò il tuo sorriso.

Poi, sarà sogno e m’imbarcherò di nuovo.


giovedì 17 aprile 2014

Schegge di cristallo e graffi nel blu

(stasera il cristallo sul tavolino
riflette l’oro liquido a schegge)

È quando hai un macigno
che ti opprime sullo sterno
groppo in gola senza motivo
che ti incatena alla carotide.

È allora che annaspi e cerchi
un appiglio lassù, dove mai
avresti pensato di inseguire
graffi il cielo violando il blu.

Ora l’oro del vino nel bicchiere
lascia il posto al rubino del sole
misuro l’angoscia del crepuscolo
che mi assale e mi incattivisce.

(schegge di cristallo sul selciato
riflettono il rosso del tramonto)

Non ho più pazienza né fiducia
nella panacea lenitiva del tempo
e l’oblio del vino s’è frantumato
vorrei risposte stasera, da lassù.

Graffio il cielo, ti vengo a cercare.

martedì 15 aprile 2014

Ti parlerò di noi, quasi fosse fiaba

(non sono attrezzato al verbo d’oggi
non ne capisco il suono, la violenza
non ne sopporto l’acrimonia, l’odio
non mi piace affidare punti, virgole
e storie ad una trappola elettronica
scarafaggi di venefica plastica nera)

So che mi ascolti amico mio non puoi
ignorare il canto nuovo della mia voce
ed ho compagno solo te stasera, lassù
annuvolato su di un falso nido in fasce.
-l’anima è schiusa in questa notte mite
e son sicuro che sarai pubblico attento-

Se il coraggio è arte di vivere allora noi
abbiamo incantato tele con cuore naif,
abbiamo scritto versi di metrica esatta
sconoscendo la malìa dello strapiombo.
Cancri figli del grande trigono d’acqua
timidi e restii nell'abbandonar la rena.

Servì coraggio, non so dove lo trovammo
ma ancora ci sostiene nelle lune traverse
prima d’eclissarci nuovamente nel mare
lasceremo tracce d’amore come Pollicino.
Come vedi la parola ha il sapore di fiaba 
non vibra di elettroni, va diritta al cuore.

mercoledì 9 aprile 2014

Se la risposta è una storia, è la nostra

Ora che ho liberato le mani e il cuore dalle spine
che l’intrico di rovi ha inflitto le sue ultime ferite
che il nostro claudicare ha nascosto le incertezze
e lacrime di mare hanno riarso cicatrici antiche…

…ora, che farò ora?

Non puoi rispondermi sconosciuto, selvatico fiore.
Che ne sai tu di notti perse ad infilar rime precarie
di parole amare per cancellare dolci intemperanze
e preghiere fioche come lumini palpitanti al vento?

Potrei scrivere una storia, la nostra. È importante.
Allora darei risposta a questa innata inquietudine
direi come stanotte sul poggiolo tu sia sbocciato
mentre recitavo al vento e soffocavo le fiammelle…

…ma questa è un’altra storia.

domenica 6 aprile 2014

Come in un quadro di Botero

c’è chi la chiama fortuna
chi dice era il tuo destino
chi invoca trigoni astrali
chi recita fioretti smodati

(i cerchi nell'acqua s’inseguono
ciottoli coatti feriscono il pugno)

Poi con gli anni mi ero convinto:
chi cantava insieme al mio cuore
era un lieve battito d’ali di falena.
Ora persino tu lo chiami angelo?

(i cerchi nell'acqua sono affogati
il sale di laguna sanerà il pugno)

Vorrei fermare il cuore, incontrarlo
poi chiedergli perché il suo sorriso
ha premiato l’esagerata ambizione
del mio assolo nell'arena della vita.

Come in un quadro di Botero. 


giovedì 3 aprile 2014

Un aquilone di garza e cerotti

Lo stridere sgraziato di un gabbiano
solleva batuffoli di sabbia corrucciata
l’onda senza lo scoglio da abbracciare
geme nostalgia della risacca smarrita.

È brezza quella che accorda lo spartito
-alito leggero che spolvera dolcemente-
L’anima, ingombra di ferite autunnali,
invaghita di questo afflato vorrà volare.

Costruirò un aquilone dalle ali di garza
imbastite con filo e virtù di mani antica
-il velo da sposa su archetti di parasole-
come seconda pelle di cerotti temerari.

È un insolito aquilone quello che s’alza
il gabbiano zittito l’ammaestra nel volo
muoiono lassù all'orizzonte dopo il sole
-straccetti di garza sui castelli di sabbia-

Non basteranno cerotti per ricostruirli.