(non sono
attrezzato al verbo d’oggi
non ne capisco il
suono, la violenza
non ne sopporto
l’acrimonia, l’odio
non mi piace
affidare punti, virgole
e storie ad una trappola
elettronica
scarafaggi di venefica
plastica nera)
So che mi ascolti amico mio non puoi
ignorare il canto nuovo della mia voce
ed ho compagno solo te stasera, lassù
annuvolato su di un falso nido in fasce.
-l’anima è schiusa in questa notte mite
e son sicuro che sarai pubblico attento-
Se il coraggio è arte di vivere allora noi
abbiamo incantato tele con cuore naif,
abbiamo scritto versi di metrica esatta
sconoscendo la malìa dello strapiombo.
Cancri figli del grande trigono d’acqua
timidi e restii nell'abbandonar la rena.
Servì coraggio, non so dove lo trovammo
ma ancora ci sostiene nelle lune traverse
prima d’eclissarci nuovamente nel mare
lasceremo tracce d’amore come Pollicino.
Come vedi la parola ha il sapore di fiaba
non vibra di elettroni, va diritta al cuore.
Nessun commento:
Posta un commento