c’è chi la chiama fortuna
chi dice era il tuo destino
chi invoca trigoni astrali
chi recita fioretti smodati
(i cerchi nell'acqua s’inseguono
ciottoli coatti
feriscono il pugno)
Poi con gli anni mi ero convinto:
chi cantava insieme al mio cuore
era un lieve battito d’ali di falena.
Ora persino tu lo chiami angelo?
(i cerchi nell'acqua sono affogati
il sale di laguna
sanerà il pugno)
Vorrei fermare il cuore, incontrarlo
poi chiedergli perché il suo sorriso
ha premiato l’esagerata ambizione
del mio assolo nell'arena della vita.
Come in un quadro di Botero.
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