Oggi questa bora che urla nella calle
scheggia il viso pare il vecchio rasoio
regala cicatrici nivee come ghiaccioli.
Questo respiro incattivito dell’oriente
feroce come una palla di desertici rovi
ti rincorre rotolando sull'acciottolato.
Resto ancorato al marmo delle parole
mentre il sibilo ferisce tra le imposte
bestemmio il gelo che avvilisce le dita.
Di là dal vetro la calle è livido grigiore
resti dell’ignoranza umana s’avvitano
intonando note sghembe di indecenza.
Scortica l’anima l’ultima nota.