Madre, avanti alla porta ho indugiato
-la fossa affondava nel buio assoluto-
la rosa nera col suo canto mi allettava
poi la paura del distacco m’ha rapito.
Mi prese per mano un sogno contrario
-il limbo mi avvolse nel fiato sospeso-
laggiù ero disteso su un verde giaciglio
sereno malgrado l’inganno del dolore.
[così ti avrei
raccontato il mio sogno
cercando conforto
sul tuo seno -ma-
se ti cerco nei
miei spasmi bambini
il cuore si stringe
e il vuoto m’assale]
Tempo è passato e al tempo ho pagato
tributi all'inesorabile usuraio di anni,
ancora mi manchi ma so che m’attende
dietro alla porta il canto ammaliatore.
La nube di gabbiani è polvere d’argento
sorrido al tuo ricordo, i petali scolorano
-nuovamente il buio oggi m’ha stregato-
e il canto della rosa è strida arrochite.
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