Morso di tafano o resipiscenza tardiva?
[troppi i lustri,
troppe le lune indagatrici
troppi i fogli
infiorati di versi innamorati
troppa infine la
comprensione materna
per le mani discole
e riottose al richiamo]
Fu morso di tafano.
Ora sì, nonostante il torrido dell’estate
sia giustamente un ricordo sbiadito,
il pungolo delle mani -ridestate all'antico
sapere e ammaliate di nuovo dai colori-
ha sostituito di soppiatto l’estro dei versi.
Ma ho un laccio nella poesia che doma
l’imbizzarrire delle dita sulle tele virginee
e sa come riportarle al racconto sereno
di un anima ormai quieta nella dicotomia.
O resipiscenza tardiva?
Anima mia, l’amore ha sospiri colorati
e saperli catturare con poesie e pennelli
è esercizio che gratifica e esalta l’anima.
Lo chiamerei estro.
*immagine da web
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