[non ho misura del tempo
che mi separa dalla notte
aspetto, dietro a
una porta senza nome, il mio nome
certo, da provetto
guitto mistifico le emozioni, ma…
l’assito vetusto
del palco non regge più la commedia]
Stupisce ancora, nonostante il passo sia incerto,
quel calpestar di orme sulla rena immalinconita
che mi trascina in un vagare senza alcuna meta
così, per non sembrare inchiodato ormai alla vita.
Se non ci fosse la certezza della tua mano sul cuore
mancherebbe il respiro che da sempre ci accomuna
a che pro allora arrovellarsi nell’attesa della chiama
quando il tuo sorriso mi accoglierà inevitabilmente?
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