La luna taglia a
fettine la scrivania
come un pane
casereccio filtrando
dalla veneziana e
il riflesso sui tasti
è alibi per la
mia imperizia crescente.
Un macaone color oro
rulla i motori
sul bordo del bicchiere
porta-matite
orrida ceramica cinese
di mercatino.
Come accidenti
sarà finito lì? Luna?
-tutto stasera recita il mio disagio
non scrivo righe decenti da tempo-
Le mani sono
passate dallo sciopero
anarchico alla
più completa dislessia
così smoccolo il poco
tempo tiranno
che irride alle
mie difficoltà presenti.
La risma di fogli
Fabriano lì accanto
ha smesso di
sperare in un amplesso
i colori sono
spirati uno dopo l’altro
come i led di un
computer asmatico.
Ora la falena
dorata misura le pareti
apro le imposte al
suo assolo regale.
Mentre litigo i
tasti sogno acquerelli
per le lettere -neri
insetti dispettosi-
-tutto stasera recita il mio disagio
non coloro versi, stingono nel cuore-
Impietosa,
surreale nottata. Scrivo.
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