Ho ancora qualche
sogno da spendere
tenterò nel suk
delle illusioni sotto casa
poi la torta nera
di mirtilli al cherosene
brucerà avanzi e scorie
dell’ultima cena.
Non ho seguaci
che alzino i calici per me,
eppure ho portato
il mio legno sulle spalle.
L’erta era
coperta di felci odorose e falene
libravano, delicate
étoile, sull'assito antico.
Anche stanotte l’angoscia morde,
lacerata sui rovi la pelle del poeta
sibilo odio e maledizioni al vento,
affilo vanamente pensieri venefici.
Annuso venti procellosi di guerra
-pruriti indecenti che ciclicamente
fanno la storia dell’idiozia umana-
Rullo di tamburi e pifferai magici.
Non ho seguaci che
alzino i calici per me,
giovani semi
ancora appesi all'ombelico.
M’è rimasto qualche
sogno da spendere,
ma il suk sotto
casa ha chiuso i battenti.
Notte di luna
piena, stellata. Senza sogni.
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