Vorrei avere gambe e fiato
per andare oltre
per attraversare i
tratturi e scalare il monte
-là dove sei fuggita-
ma l’orgoglio e timide
intenzioni si alleano
mi bloccano e lasciano
appeso tra i se e i ma.
Dita disubbidienti, assassine
rifiutano i tasti
cerco rifugio nelle tele e
tra i colori confondo
-stupida illusione-
Parole e versi dimenticati
lamentano invano
reclamano la tua presenza,
senza l’oltre tace.
Vorrei rincontrarti qui,
tra il bianco e il nero
Musa della mia tastiera
delle tele tormentate
-ancora la mano trema-
segni e colori provvisori
cercano una quiete
difficile chetare un’anima
bucata dalla spina.
Ho ancora cuore versi, colori
e sorrisi, ma tu
-dove sei mia poesia? -
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