crepuscolare intesa tra versi e immagini.

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martedì 11 agosto 2020

Elogio -elegia- dell’oblio

Assiso alla fonte del mio sogno

osservo sgorgare con frenetico ardore

lemmi impossibili, versi, parole accidiose

cavalcare litigandosi spazi impossibili.

Vedo passare la mia Musa -immemore

vestale di sogni e amori impossibili-

pare sorridermi mentre s’inabissa.

Nell’oblio di queste onde di bambagia

m’immergo, finalmente ho dimensione

e nel foglio di candore virgineo nuoto.

 

Lasciatemi nuotare.

 

D’altronde non so quando iniziò.

Parve essere comodo, ma non decisivo

uccidere i resti di poesie inespresse,

cancellare orme sulla rena degli amanti,

vestire nuovi panni al cuore ansante.

L’anima nascose tra gli anfratti dei ricordi

le larve delle falene nate fuori stagione,

il tempo era scaduto, ma lei parve ignorarlo.

Tanta bambagia mi abbracciò -mi cullò-

sì che il sogno ancora non mi abbandona.

 

Perché infine condannare l’oblio?

 

Perché lottare contro Titani invisibili al cuore

contro il tempo che immemore ti sconvolge

contro l’accidia che piano di te s’impossessa

e muta in te la misura del racconto incompleto?

Quando la parola fine è un accidente sul foglio

una piccola, folle formica che traccia di nero

un percorso inarrestabile, uno sbrego di matita

una correzione al tema svolto e mai consegnato?

No, lasciatemi nuotare nel mio Lete -allora-

poche bracciate rimangono ormai alla riva.

 

Forse -allora- ricorderò i perché e capirò.

 

Forse.

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