T’aspetteresti il sorriso di una primula
fiorita tra i sampietrini divelti dall'odio
e il precario saluto del vento marzolino
quasi limite dell’incazzatura d’una bora?
Lassù una tuta blu che sventola appesa
al torrione della ciminiera finita in fumo.
Maria non fabbrica aquiloni di lamiera
e la speranza è pari alla forza del vento.
È rabbioso stupore negli occhi disperati
e urla senza lacrime in quei visi d’ebano.
Non ci sono primule tra i sampietrini né
tra i caschi ammaccati e volantini piegati.
Dissero: che vuoi, è il nuovo che avanza.
Asfaltarono il sorriso delle rare primule
che una stagione asfittica e sparagnina
aveva venduto come magnanimo obolo.
Dissero: la Primavera, sai, si fa attendere.
Ma sì l’attesa fu inganno pei figli dei fiori,
e mentì spudorata alle generazioni arabe.
Lei, madre e meretrice di ogni speranza.
È primavera, t’aspetteresti una primula?
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