Uggiose stille di stantio inverno
cocciute lacrime di malumore
restie al richiamo dell’azzurro.
-scarabocchi nero di china nel cielo-
Nuvole indecise, cariche di noia.
Rincorro il sapore di un caffè
che ha venduto l’aroma al vento.
Inesausto refrain di emozioni.
Note arruffate di timori e angosce
premono arroganti sullo sterno.
-aspra al palato fragola immatura-
Sì, ci vorrebbe un respiro di sole.
Un sorriso di viole ammiccanti
e il coraggio di spalancare l’anima.
Bussa alla porta il déjà-vu.
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