Zucchero a velo sulle cicatrici
-bianche trine di lacrime salate-
stasera paiono ragnatele violate
di tarantole che hanno migrato.
Non ha colpa il piccolo ragno
-equilibrista sul suo filo di seta-
pencola dall'edera del poggiolo,
metronomo del mio inconscio.
Così un velo di sogni consolatori
addolcisce le cicatrici refrattarie
la poesia è una tana di fine ricamo
e i versi sono esche nella ragnatela.
L’alba strattona i sogni, cade il velo
è zucchero nel caffè, e le tarantole?
Sorrido al piccolo ragno che risale
forse stanotte ha ricucito la sua tela.
[il dolore ha la sua meridiana
e la neve ha irretito le tarantole]