[e passi il tempo a
raccontarti il giorno
splendide bugie,
incartati cioccolatini
-carta dorata che
raccogli di nascosto-
che levighi di notte
perché rifletta il sole
non hai misura
della strada che manca
né se dovrai percorrerla
da solo, se mai
non vuoi saperlo e
addolcisci il dolore
incartando mille
fole come cioccolatini]
Non ci voglio pensare. Lo so è infantile.
Ma quando volgo lo sguardo al domani
lo spasmo è inevitabile, il cuore sbianca.
L’ipotesi della solitudine è come curaro
è freccia acuminata che lacera il costato.
Non ci voglio pensare. Ma ci penso.
[e passo il tempo a
raccontarmi il giorno,
la notte le bugie
muoiono sul tuo cuscino]
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