[questo povero paese
alluvionato
-fradicio di
lacrime senza argini-
scrive la sua storia
di re e aruspici
sulle pagine di un
effimero diario
intingendo parole
di sale marino
affoga la speranza
con l’illusione]
Tra cinismo levantino e atavica emergenza
rapace del fragile terreno per innata accidia
recita con maestria la farsa del senno di poi.
Appeso al volubile inganno del Profeta Eletto
improvvisa il desco tra sacchi di bionda rena
e reclama pacchi di pasta insultando il cielo.
Ritma nell'aria un vecchio boogie-woogie.
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