Occhi appassiti di algide lenzuola
di bianche pareti, corridoi infiniti
tra angeli azzurri in camice verde
-api operaie di febbrile dedizione-
Occhi stanchi di macchine aliene
seduttrici di chimiche portentose
nei vetri attaccati a croci d’acciaio
-insulti di dolore a un livido cielo-
[non credere allo specchio, prezzolato sicario del tempo
l’ingiuria che ti propone non trova spazio nel mio cuore
se pure nel furore tu sfidassi i danni della premonizione
nei cocci del cristallo troveresti riflesso ogni tuo
sorriso]
Nei tuoi occhi i miei, e tanto basta.
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