Tutti dobbiamo essere o diventare “post” di qualcosa,
“post-comunisti”, “post-sessantottini”, “post-giovani”.
E poi dovremmo vivere in questa era “post-moderna”
che i senza vergogna definiscono come “post-bellica”.
Anch'io oggi mi
sento un “post” coatto…
Un foglietto giallo canarino spiaccicato sulla bacheca
di un social-game indaffarato a distruggere se stesso.
Non mi leggeranno. Allora planerò, irriverente falena,
sui bit del mondo “post”, definitivamente up-to-date
…ferocemente saldato al frigo a memoria d’esser vivo!
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