Cerchiamo ansiosi, con occhi
ormai rassegnati
una lama-parvenza di luce
sincera e cristallina-
ma il volo alto, traverse
involuzioni di gabbiani
spengono sul nascere
desideri e ogni speranza.
Gioco crudele questo,
quello di cercar conferme
ad un cielo ormai aduso a
mentir ogni richiesta
e sappiamo entrambi che le
fulminee nubi nere
gonfie di parole glaciali
e versi cinerei bussano.
Senza ombrello, che fa?
(aquilone ancorato
all’anima bimbo-paracadute
vestito dei colori di anni
e di sogni attraversati!)
Non saranno le ultime
gocce, gli ultimi spasimi
-di un cielo rannuvolato da
improperi degli Dei -
dalla impazienza di Crono
e della Nera Signora
che potranno mai confondere
e spaurire i cuori.
No, quei gabbiani lassù
volano alto e chiamano
-se il temporale è vicino passerà
anche stavolta-
lascerà cicatrici sul
calendario della vita, ma noi
abbiamo rubato i gessetti e
alienato l’ombrello.
Ora aspettiamo e
disegniamo cuori.
* immagine da web
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