Prima che la mia anima scordi la fantasia
e che il cuore perda lo scandire dell’amore
voglio sgranocchiare ancora parole e versi
e sfamare l’appetito immanente di poesia.
Voglio dimenticare su un naviglio di carta
-varato ai piedi di una laguna indifferente-
le mille e più lacrime raccolte in un pugno
pagine allibite di ricordi e utopie disattese.
[occhi distratti
seguono l’alzavola in volo
mentre i gabbiani
reclamano il loro cielo]
Prima che Sant'Andrea chiami al vespero
il ghiaccio che ancora m’ottunde scioglierà
e il rivolo di versi liberi dei lacci Luciferini
ricomporrà poesia in una danza sabbatica.
Voglio ricordare ogni motto, ogni parentesi
lo tsunami d’emozioni sommergerà il cuore
così dita rattrappite rivivranno al richiamo
dell’alzavola che coraggiosa sfida l’azzardo.
[la fame rinchiusa
nel gelo azzanna la gola
ora che libera
pretende poesie da divorare]
Non ho versi per te in pasto famelica ombra
non voglio spaccare il cuore ora che sorride
non ho dizionari appesi al mio cielo di carta
non ho più lacrime per navigare l’orizzonte.
E non sono Ugolino.
*foto da web elaborata
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