Tardo, per colpa di un oro
antico
-ho riempito la clessidra
di fumo-
odio il tinnare dei minuti
sui vetri
annuncio di vecchiaia
incipiente.
Tardo, mi nascondo dietro le
tele
-algide vestali ancora da
deflorare-
e malgrado la confusione
mentale
di una primavera
disillusa, scrivo.
Tardo infine per innata
indolenza
-l’oro tra i seni m’invita
all’oblio-
versi indocili annacquano i
colori
rivesto la tela con tardivo
pudore.
Aspettami.
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