[una marea di cicale nella testa
-il loro canto ottunde la mente-
come tsunami travolge i giorni]
Quale sole è sorto improvviso
quale estate riarsa ha liberato
nella testa il sibilo incessante
di milioni d’insetti canterini?
Ho dipinto oceani sulle pareti
da giorni il frinire delle cicale
è l’urlo che dimora nello spazio
di un palmo tra follia e ragione.
Nell’angoscia di notti stralunate
il fruscio delle onde pare essere
sola alternativa a chimiche oasi
e il respiro è sincronia del mare.
Nessun commento:
Posta un commento