…e scavare la
nebbia che sale dal fiume
-gli occhi ancora
incatenati al cuscino-
cercando un’emozione,
un vibrar di canne
poi curvo a raccoglier
lacrime di sangue
-quasi fossero
fragole di bosco disperse-
serrandole nei
pugni a soffocar il sapore
L’urlo è gelo nelle ossa. Annaspi.
Laceri l’aria. Il calore del suo seno.
Affrancato dall’iride improvvisa
affoghi nel Lete lacrime bugiarde .
Ormai un sussurro, la tua voce
grida l’amore, frantuma la nebbia.
Coriandoli d’arcobaleno i riflessi
che sorridono tra le nocche schiuse.
Sulle sue labbra fragole disperse.
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