Non
voglio essere stanco profeta
-dietro
una vetrina ora in frantumi-
tra
i cocci ho raccolto pietre e sputi
inviti
a tornar errante sulle rime.
Non
ascolterò il richiamo che giunge
-pare
irresistibile canto di sirene-
"muoia
Sansone con tutti i Filistei"
quasi
la patria fosse cinta come Gerico.
Non
risponderò al fascino incantatore
-il
nuovo verbo è assiso tra le nuvole-
tornerò
a scrivere sogni dietro i vetri
chiuderò
i battenti dell'anima inquieta.
[un corteo di fantasmi
ora danza la giava
-le rovine han
sotterrato anche le sirene-
l'irresistibile fascino
delle macerie ha vinto
il vento del deserto
sarà voce del silenzio]
Incubo
nel sogno di un equinozio precoce.
Nessun commento:
Posta un commento