Erano anni
passati a rincorrere le notti.
Io, stanco guardiano
di ladri immaginari
tra le coltri
a spiare una luna a fettine,
sentivo il
tuo respiro scandire il mio
mentre le
stelle cantavano l’assonanza
in una fantasmagoria
di note luminose
accese sul
pentagramma della notte.
Nascosti tra
le pieghe dell’anima i biglietti
per quel
viaggio rimandato da sempre,
ho rubato le
lancette all’orologio del tempo
ora attende
il nostro arrivo inutilmente.
Ogni giorno confondo
le ore con maestria
mistificando
gli affanni, inciampi della vita.
Partiremo
quando Crono scoprirà l’inganno.
Nessun commento:
Posta un commento