crepuscolare intesa tra versi e immagini.

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giovedì 19 dicembre 2013

Nella calle l'eco del mio Natale

è per te che ancora rincorri
farfalle notturne e lucertole
che al mattino sculacci i sogni
per la paura dell’abbandono

è per te che ai tuoi calzoni corti
hai appeso la fionda consumata
che ancora provi nuovo stupore
nel rimirar la vita che è sanata

Questo canto parve sciogliersi nella calle
una eco -un prato su cui correre ancora-
un coro che solo la mia anima tetragona
ad ogni emozione, paurosa dell’universo
poteva percepire al pari di lieve angoscia
prima che i rintocchi placassero i sussulti.

Ma forse sono io che canto questa canzone
la mia dedica a quel che resta del bambino
che vorrebbe fosse fiaba ancora il racconto
da scrivere nel libro dalle pagine sfiancate,
ingiallite dal tempo come foglie d’autunno,
caduche sulla neve che incanutisce il sogno.

-questa voce mi somiglia e racconta-

L’aria profumava di legno e mandarino
le strade erano lucciole imbrillantinate
e gli zampognari musicanti nella neve
del soffice e ovattato battere del cuore.

Che resta di quel respiro di quella malia
ora che anche l’incenso è polvere sottile
che lo sguardo è prono sui propri passi
e le ombre riflettono orbe delle vetrine?

Resta solo la vergogna, la memoria obliata
profitto sulla pelle di cristi senza più croce
l’ignavia e la menzogna propinata ai cuori
sogni affogati e speranze da cinismo illuse.

è per te che ancora ti commuovi
al veder il cavalier di terracotta
sul cavallo con l’anima di ferro
zoppo di guerre perse nel gioco

è per te che vorrei questo Natale
fosse il profumo delle caldarroste
il sorriso di occhi volti al domani
e lucciole indaffarate nelle vetrine

-per me sorride nella calle questa eco-


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