[vorrei accanto la tavolozza
i miei pennelli, i miei colori
l’odore acre dell’acquaragia
il mare riflesso sugli smalti]
Senza biacca e tele pronte
né cavalletto per sostenere
occhi ingordi che divorano
la bellezza del quotidiano.
Raduni di famelici gabbiani
-attesa nei sanguigni riflessi
di tende tese su Canal Vena-
mentre il pescatore prepara
astuzie per i guizzi argentati
che giocano la luce serotina.
Non ho ragione delle mie mani
ormai son la fatica delle parole.
Nessun commento:
Posta un commento