stasera
per deflorare
questo silenzio inquieto
-foderato di
caligine ovattata-
che rabbrividisce
sul marmo della panchina
ci vuole cuore
raccontar discreto
di te in punta di piedi
-ma il pensiero
che tuona nella mente-
non ha rispetto
alcuno e spoglia la tua anima
chiamare gabbiano
la tua solitudine
e accoccolarsi nella poesia
-quasi tra le
braccia di un’amante-
tu, Peter Pan
accucciato in questo spigolo di cielo
e ne vorresti
ancor di più
per fare spazio
all’umanità che preme
-accogliendo le
piccole bare in fondo al mare-
mentre sorridi a
chi il suo spazio ha di già avuto
ma -forse- ci
vorrebbe un altro cuore
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