(tre
bianche monachelle in processione)
Ahimè anime insofferenti lungo il Corso
che fugaci rimandate bianchi ectoplasmi
e riflettete indecenti ombre nel bicchiere
vi tuffate senza ritegno nel rosso cinabro.
(lo
struscio aliena, non fa distinzioni)
Due occhi di basalto si riflettono nei miei
su una carrozzella -da iniqua pena legata-
un’anima bambina mi osserva incuriosita
sorride serena al duro inciampo della vita.
La bandana arcobaleno che cinge la fronte
è urlo di fantasia mai arresa al nero
dolore
è pretesa di prati tinti d’azzurro
fiordaliso
è inno alla vita nonostante il mondo cieco.
(ora
sì, ora è musica lontana)
Cos’è questa musica queste note -nostalgia-
come ballerina triste di una Lisboa Antigua
vita zingara -“cigana” dai troppi sì
concessi-
fascinosa etera, col sorriso pretendi il
saldo.
Chiedi pure a me che ho ballato queste note
ingannando ombre e ciottoli lungo la strada
-che ho affogato nella laguna sogni e
alianti-
e che tuttora sorrido del mio cuore
bambino.
(è
nostalgico Fado?)
Chissenefrega, nacchere!
Ole'!
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