crepuscolare intesa tra versi e immagini.

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venerdì 19 giugno 2020

Frullar d'ali


Ramarro.
Rapido lo smeraldo verde a piccoli pois neri
coda inastata a insultar il cielo buca il greto.
Canne giallo oro agitate all’impatto fremono.

Non ho contezza del tempo ormai trascorso.
È là, dietro le canne, che l’amore consumato
ha le dimensioni del sogno che m’attraversa
e la ragione del ricordo riemerso impudente.

Poche le stagioni dimenticate dietro le spalle.
Poco il tempo imbracato nei jeans da adulto.
Poco raccontavano i rossori delle gote sudate.
Poche le emozioni fagocitate frettolosamente.

Seppure nel tempo canuto i sogni travolgono,
le notti sbiancano i desideri sfocati -imprecisi-
e il cuscino non ha più animo di raccogliermi.
La notte è là, forata da piccoli proiettili di luce.

Frullar d’ali.
Orecchio teso, sguardo circospetto -frettoloso-
raccolto tra le canne aveva un che di proibito
l’amore sconosciuto si raccontava finalmente.

Sobbalzo al cuore. Rapido s’alzava un paio d’ali.
Fretta, fretta. Che sarà? Ridono ancora gracidii.
Rane intemerate avrete la mia piccola vendetta.
Passo il pomeriggio a inseguir rane, dimentico.

Racconto alla mia ombra spersa in controluce,
al soffitto che ora raccoglie frammenti di luna,
quanto ai sogni tocca dar corpo come ai ricordi
quando anche il cuore asserisce i tuoi rossori.

Chiudo gli occhi, riavvolgo il nastro. Invano.

Frullar d’ali.

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