crepuscolare intesa tra versi e immagini.

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martedì 9 agosto 2011

Avevo il morbillo


Mi venne il morbillo
quando decisero che era ora
che diventassi finalmente uomo.
Una miriade di puntini rossi
aveva trasformato la mia pelle
in carta da parati anni sessanta,
quella adatta per la cameretta del bimbo.

Mi venne il morbillo
quando attonito appresi
che le naturali polluzioni notturne
non erano un difetto del pannolino
che ancora tormentava le mie cosce
inconsapevoli dell’ingiuria imposta
alla mia prorompente e immanente virilità.

Mi venne il morbillo
quando dovetti per la prima volta
spiegare la mia inattesa debacle notturna
alla tardona che immaginava estasi
paradisiache da prestazioni ginnico/circensi
e che rimase di granito allo scoprire
che la ginnastica si fermava ai piedi del letto.

Mi è tornato il morbillo
quando infine ho scoperto
che tra le parole dal sen fuggite
non ho trovato comprensione alcuna,
ma solo tanta ironia e l’indifferenza
di chi vorrebbe importi di nuovo il pannolino
e misura il tuo esser uomo sul suo metro.

[ci vuole pazienza, dopotutto
sto ancora cancellando i puntini rossi…] 

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