Scorre
la laguna sui finestrini -come sempre-
i
pensieri seguono traiettorie ormai consuete -ti penso-
Incido
sul vetro la malinconia di questi versi
graffio
con le unghie un desiderio di libertà -non ho ali-
Lascio
alle mie spalle quattro camici bianchi
mille
tuffi al cuore e un pugno di speranze -mai dome-
In
una sorta di “sliding doors” entro ed esco
perso
nella stanza degli specchi al luna park della vita.
Non
è primavera anima irrequieta, gli spifferi
della
disillusione ti aspettano, dietro la prossima porta.
Presto
sarà Natale e un rocchetto di refe rossa
sarà
compagno dell’ago che suturerà le ferite novelle.
Nell'atelier di un improbabile designer di ali
forse
troverò le piume acconcie per il mio volo agognato.
In
un fermo immagine questa corriera sfiancata
m’appare
simile alla mia anima nuda -alla tua mercé-
Prendo
nota. Ho straziato le unghie sul finestrino
ma
lo scorrere del tempo sulla laguna irride il desiderio.
Non
posso volare, non c’è spazio sulla schiena
solo
il sogno tatuato tra un punto e l’altro -chimera-
L’alzavola
straniera litiga il posto sulla barena, ma
è
tardi anche per volare mi fermo qui -e sogno fiordalisi-
La
corriera va. Tra i campi di grano.
Nessun commento:
Posta un commento