Non ho mai guardato il
cielo con ansietà
-ma l’ombra è legata al
chiodo della vita-
Ho lasciato lenzuola
sfatte, sogni a metà
e l’orgoglio da qualche
parte nei calzoni.
Nella piazza la vedovella
piange cristalli
-io come un fiotto di
sangue sull'asfalto-
Vivo nonostante la corsa
folle di stasera
tra nuvole di basalto e
ombre nerofumo.
Aveva sedici anni o poco
più la rondine
-quando lasciò il nido e
fu il primo volo-
Scoprì l’amore tra il
carbone in cantina
e le labbra dipinte dichiararono
il gioco.
La luna non ha pietà nel
riflesso, ancora
-l’ombra piano si scioglie
resto in bilico-
Eppure amavo quella
nebbia -stella mia-
e il tuo sorriso pallido
nel sole cittadino.
Stasera l’acqua di mare è
una gora scura
-alletta pensieri
imbrattati di nerofumo-
Vorrei rallegrarti il
cuore ma -stella mia-
la notte esplode tra le
dita senza fiatare.
Portami via.
*immagine da web
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